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Lavoro: i numeri degli stage in Italia

disoccupazione_giovanile_lavoroI giovani italiani nutrono nei confronti dello stage un sentimento ambivalente. Alcuni, infatti, lo considerano un’importante opportunità di formazione e preparazione al mondo del lavoro; altri, invece, lo reputano uno strumento di sfruttamento. Secondo un’indagine promossa dall’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica, condotta su un campione di 1.660 giovani di età compresa tra i 20 e i 32 anni, il 78% giudica lo stage un’importante modalità di formazione e preparazione al mondo del lavoro. Una quota analoga (l’83%) la pensa molto diversamente, considerando lo stage come un semplice strumento di sfruttamento. Inoltre, circa nove ragazzi su dieci si dicono favorevoli all’introduzione di una norma che obblighi le imprese ad assumere una quota pre-fissata di stagisti.
Effettivamente sono pochi i giovani che, una volta concluso lo stage, vengono assunti dall’azienda per la quale hanno lavorato: all’incirca uno stagista su dieci, stando ai dati del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e dal ministero del Lavoro. Nel 2013, infatti, dei circa 310.500 stagisti ospitati (un terzo dei quali laureati), soltanto 30 mila sono stati assunti al termine dello stage da una delle circa 217 mila imprese ospitanti. Quello degli stagisti assunti è un dato (molto) basso, ma comunque in crescita del 5,5% rispetto all’anno precedente.
Pur non obbligando le imprese ad assumere una quota pre-fissata di stagisti, nel 2013, il legislatore ha introdotto per i tirocini extra-curriculari – ovvero quelli formativi, di inserimento o reinserimento, per i disoccupati, per neo-laureati e per i disabili – l’obbligatorietà di riconoscere allo stagista una indennità di partecipazione. Un rimborso spese, detto altrimenti. Tuttavia ogni Regione ha recepito la normativa a modo suo, soltanto alcune hanno rispettato il valore indicato dal documento, pari a 300 euro lordi mensili. Secondo uno studio dell’Adapt – l’Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali –, infatti, in alcune regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia Valle d’Aosta e Veneto) la paga riconosciuta allo stagista oscilla da un importo minimo di 300 ad uno massimo di 450 euro mensili. In altre, invece, il valore minimo è nettamente superiore, come in Abruzzo (600 euro) e in Toscana (500 euro).

(articolo pubblicato il 22 giugno 2015 su Tgcom24)

 

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