Giovani e stranieri contro la crisi
La lunga fase recessiva che ha caratterizzato l’economia italiana nel periodo 2012-2014 ha lasciato il posto ad un andamento finalmente positivo in questo primo scorcio di 2015, ma la ripresa non si è ancora ben consolidata. I punti di debolezza sono tuttora evidenti, soprattutto osservando il trend dei singoli settori di attività economica.
È vero, e non è cosa di poco conto, che la fiducia delle imprese è cresciuta negli ultimi mesi in maniera più o meno costante (pur registrando alti e bassi), tuttavia secondo un recente sondaggio Confesercenti-SWG gli imprenditori italiani – otto su dieci – a giugno dichiarano di non aver intercettato l’inversione di tendenza: più di uno su due – il 51% – non rileva miglioramenti rispetto al 2014, mentre il 31% sostiene di avere subito un nuovo calo. In definitiva solo il 17% delle imprese vede segnali di miglioramento.
C’è da considerare che la risalita economica è, ovviamente, un punto di ripartenza fondamentale, ma servirà del tempo per osservare una vero e proprio cambio di rotta. Del resto il 2014 è stato un anno che ha “cancellato” ancora 25 mila imprese artigiane, stando al censimento Movimprese. Una riduzione non indifferente dell’1,8% rispetto al 2013.
Però c’è anche il rovescio della medaglia, per cui ogni giorno nascono in media 340 imprese artigiane (il riferimento è sempre all’anno 2014), per lo più di piccole e piccolissime dimensioni e che descrive allo stesso tempo un paese in fondo non così pessimista.
Considerando i diversi settori di attività economica, infatti, si scopre che solo nel primo trimestre del 2015 sono nate 115 mila imprese, di cui oltre 35 mila (il 31%) sono guidate da giovani under35 (il saldo tra aperture e chiusure di imprese giovanili è stato pari a +16.606 unità). In particolare ciò avviene nel Mezzogiorno, con il 36% delle imprese giovanili nate nel periodo gennaio-marzo (dati InfoCamere).
I settori che attirano maggiormente i giovani imprenditori sono quelli del commercio (in questo caso circa il 20% delle nuove imprese è under35), delle costruzioni (9,5%) e dei servizi di ristorazione (5,1%). Nel 76% dei casi sono imprese individuali, la forma più semplice – ma anche la più fragile, fanno notare – per operare sul mercato.
Un contributo importante, infine, giunge dall’imprenditoria straniera che, ad esempio proprio nel settore dell’artigianato, rappresenta il 12,8% del totale. In generale le imprese guidate da stranieri hanno toccato quota 524.674 nel 2014, 28 mila in più rispetto al 2013, l’8,7% dell’intero panorama imprenditoriale italiano.
(articolo pubblicato il 13 luglio su Tgcom24)