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Il mercato del lavoro tra luci ed ombre

lavoro_impreseÈ quasi tempo di bilanci, per quanto ancora provvisori. Sul fronte del mercato del lavoro, ad esempio, la Banca centrale europea ha tracciato un quadro non proprio lusinghiero nei confronti dell’Italia.
Dice la Bce nel suo ultimo bollettino economico che la ripresa dell’Eurozona ha provocato una crescita generalizzata degli occupati in tutta l’area, in particolare in Germania e in Spagna. Nel nostro paese, invece, “l’occupazione complessiva è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”.
Spieghiamo meglio. Germania e Spagna hanno contribuito in larga parte – rispettivamente con 592 mila e 724 mila unità in più – all’aumento degli occupati dell’Eurozona, questo a cominciare dal secondo trimestre del 2013. In Francia e in Italia, invece, sono cresciuti di 190 mila e 127 mila unità.
Non che non siano stati osservati dei miglioramenti, anche in Italia. Il Censis li ha così riassunti nel consueto rapporto annuale: “Dall’entrata in vigore del Jobs Act il mercato del lavoro ha visto rimbalzare l’occupazione di 204 mila unità”. Certo, si aggiunge, i dati sono ancora lontani da quelli pre-crisi: nel terzo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2008, mancano all’appello 551 mila posti di lavoro.
In realtà i primi segnali positivi erano emersi già nel 2014 sebbene, afferma l’Istat nel Rapporto Bes 2015, la distanza con l’Europa sia aumentata a causa di una ripresa a ritmi più lenti. L’aspetto positivo consiste nella diminuzione della percezione della paura di perdere il lavoro, segno di un’economia nel complesso più stabile. Eppure anche la qualità del lavoro ha continuato a risentire della crisi, con la quota di occupati sovraistruiti e in part time involontario in aumento.
Insomma, Il mercato del lavoro italiano continua a mostrare luci ed ombre. Nel terzo trimestre 2015 l’aumento è stato di 42 mila occupati, cioè lo 0,2% in più rispetto al precedente. Il tasso di occupazione generale (15-64 anni) si attesta al 56,4%, con una risalita non trascurabile nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni (+0,7%). Ma l’occupazione, nel complesso, è cresciuta soprattutto nella fascia over 50 (per effetto della riforma Fornero sul sistema previdenziale), con una variazione positiva dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Resta infine da valutare il lato della domanda da parte delle imprese, il tasso dei posti vacanti, mentre il tasso di disoccupazione e quello di occupazione rappresentano la porzione di offerta (sulla forza lavoro) non soddisfatta o soddisfatta. In Italia si mantiene su livelli pressoché stabili rispetto ai periodi precedenti, attorno allo 0,6%.

 

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