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Mercato del lavoro: i rialzi riguardano soprattutto gli uomini

sicurezza_lavorolavoroNel primo trimestre 2016 il numero di occupati in un anno è cresciuto di 242 mila unità (+1,1%). Allo stesso tempo è calato il numero dei disoccupati, per il terzo trimestre consecutivo. Sempre in un anno sono 215 mila in meno, mentre la stima dei disoccupati si attesta a tre milioni e 87 mila unità.
I dati trimestrali diffusi dall’Istat aiutano a comprendere meglio le dinamiche del mercato del lavoro, soprattutto dopo i risultati positivi – almeno rispetto al periodo precedente – registrati ad aprile. Le cifre relative a occupati e disoccupati devono però essere comparate con il trend degli inattivi, anch’essi in calo (-168 mila in un anno). Tuttavia l’inattività aumenta per la componente più distante dal mercato del lavoro (vale a dire +58 mila tra chi non cerca e non è disponibile). Il risultato riflette la sintesi di una crescita per le donne (+119 mila) e una diminuzione tra gli uomini.
La “componente più distante del mercato dal mercato del lavoro” è rappresentata da chi non conduce ricerche né è disponibile a lavorare. Spesso, per quanto riguarda l’universo femminile, si tratta di mamme con figli piccoli. Ed è proprio il dato sulle donne ad inquietare maggiormente, soprattutto se si considera che gli incrementi occupazionali hanno riguardato in larga parte gli uomini. Ciò è vero per la crescita del numero di occupati, ma anche per la risalita degli occupati a tempo pieno (che prosegue da sei trimestri consecutivi).
Altro nodo spinoso, pur mostrando miglioramenti, resta la disoccupazione di lunga durata, quella cioè che coinvolge gli individui senza lavoro da 12 mesi e oltre. Nel primo trimestre 2016 l’Istat stima in un milione e 759 mila le persone in cerca di occupazione da almeno un anno, in diminuzione di 127 mila su base tendenziale. Ad ogni modo l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (sul totale dei disoccupati) si attesta al 57%, quando nell’arco dell’intero 2015 era al 58,1%.
Dati positivi giungono anche dal lato della domanda di lavoro delle imprese. In particolare sul fronte del monte ore lavorate, che – con riferimento alle imprese con almeno dieci dipendenti – aumenta su base congiunturale del 2,8% nell’industria e del 2,1% nei servizi e in termini tendenziali del 5,5% nell’industria e del 6,3% nei servizi. Le ore lavorate per dipendente aumentano dell’1,2% nell’industria e dell’1% nei servizi rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il primo trimestre 2015 crescono del 2,5% nell’industria e dell’1,3% nei servizi.

 

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