Ue-19: esportazioni deboli, consumi su
Nonostante la ripresa economica dell’Eurozona stia proseguendo, la Bce non esclude rischi al ribasso legati, da un lato, all’esito del referendum sulla Brexit e, dall’altro, alla debolezza della domanda estera dettata dalla crescita ancora contenuta dei Paesi emergenti. Pesano anche le tensioni geopolitiche. È il quadro, in pillole, disegnato dalla Bce nell’ultimo bollettino economico. Secondo la Banca centrale europea, infatti, il commercio mondiale ha di nuovo rallentato, riportando ad aprile un calo dello 0,6% del volume delle importazioni globali. In particolare si osserva un rafforzamento della crescita dell’interscambio dei Paesi avanzati e un ulteriore indebolimento di quello dei Paesi emergenti.
Nell’area dell’euro le esportazioni hanno mantenuto livelli bassi riportando, nel secondo trimestre, un nuovo rallentamento dell’export di beni. Andamenti dettati dalle performance negative delle vendite verso la Russia e verso l’America latina, bilanciate dall’andamento dell’esportazioni verso i Paesi europei extra Ue (tra cui anche il Reno Unito).
Sono dunque i consumi privati a sostenere la ripresa. Nel bollettino la Bce riferisce infatti di una crescita dello 0,6% tra il quarto trimestre del 2015 ed il primo del 2016, dettata dall’aumento del reddito disponibile delle famiglie (+2,1% nel primo trimestre), dal miglioramento del mercato del lavoro (nel primo trimestre l’occupazione è cresciuta dello 0,3% congiunturale e dell’1,4% tendenziale) e dal basso prezzo del petrolio.
Bene anche gli investimenti che, dopo l’accelerazione registrata a fine 2015, sono continuati a crescere nel primo trimestre del 2016, mostrando un aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. In questo contesto la Bce prevede margini di crescita futuri anche in caso di rischi al ribasso.