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Riparte il mercato della pubblicità nel 2016: +1,7% su anno

La crescita riguarda soprattutto tv, radio e online. Calano invece gli investimenti su quotidiani e periodici
di Redazione

Ha registrato una crescita dell’1,7% il mercato degli investimenti pubblicitari nel 2016 rispetto al 2015, mentre nel mese di dicembre la raccolta è cresciuta dell’1,2%. È quanto emerge dalla ricerca fatta da Nielsen, che sottolinea come gli investimenti pubblicitari in Tv sono cresciuti del 4% nel mese di dicembre e hanno chiuso il 2016 con una crescita del 5,4%. Calano invece gli investimenti su quotidiani e periodici: nel singolo mesela diminuzione è dell’8,4% e del 9,3%, nell’intero 2016 del 6,7% e del 4%. Continuano a crescere gli investimenti nella radio, dove a dicembre la crescita registrata è stata del 15% e del 2,3% per l’intero 2016. Gli investimenti su internet aumentano principalmente su search e social (+3% a dicembre e +3,4% nell’intero 2016) che però attualmente non sono monitorati; mentre sul perimetro monitorato nel web, il calo è stato del 2,3% nell’intero 2016 e dell’1,2% nel mese di dicembre. La crescita degli investimenti pubblicitari nelle sale cinematografiche è stata buona sia a dicembre sia nei 12 mesi del 2016 dove la crescita è stata del 6,9%.

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Entrando nel dettaglio dei settori merceologici, le telecomunicazioni hanno registrato un aumento del 4,8% nel 2016, la distribuzione dell’11,2% e i farmaceutici/sanitari del 7,7%, calano invece gli investimenti pubblicitari della finanza (-14%) e dell’abbigliamento (-5,9%). Ottima le crescita anche del settore automobilistico con una crescita del 5,9% nei 12 mesi, dell’industria/edilizia (+38,4%), tempo libero (+16,9%) e dell’abitazione (+6,3%).
Alberto Dal Sasso, managing director della Nielsen, ha precisato che la crescita è stata spinta da un maggior investimento medio su tutti i mezzi. “Il 2017 inizia con una buona spinta. Anche se privo di grandi eventi mediatici, l’anno beneficerà di un 2016 che ha visto il consolidamento degli investimenti da parte di aziende abituate a comunicare e che continueranno a farlo. Probabilmente saranno sacrificati i piccoli budget, ma in periodi di incertezza è una dinamica di mercato preferibile per una industry che sta affrontando un grande cambiamento in termini di innovazione tecnologica e organizzativa”, ha aggiunto Dal Sasso.

 

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