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Dalle PMI del Centro-Nord segnali di ripresa

Nel 2015 le pmi centro-settentrionali hanno visto crescere il fatturato, il valore aggiunto e il margine operativo lordo
di Redazione

Una porzione consistente delle imprese italiane – il Centro-Nord ne conta circa 111mila, pari all’82% del totale nazionale – mostra importanti segnali di ripresa. Il Rapporto PMI Centro-Nord 2017 curato da Confindustria e dal Cerved lo certifica, sottolineandone anche la rilevanza per l’economia nazionale: le PMI centro-settentrionali producono 168 miliardi di euro di valore aggiunto (pari a oltre il 10% del Prodotto interno lordo italiano) e impiegano poco più di 3 milioni di addetti e un fatturato pari a 727,5 miliardi di euro.

Il saldo tra le imprese nate e quelle che hanno cessato la propria attività è il primo segnale positivo, a cui se ne aggiungo altri. L’emorragia di piccole e medie imprese, iniziata nel 2009, si è (finalmente) interrotta nel Nord-Est (+0,3% nel 2015) e nel Nord-Ovest (+1,8%). Al Centro, le cose vanno meno bene: il tessuto imprenditoriale ha continuato a subire una riduzione, anche se meno consistente agli ultimi anni (nel 2015 il calo è stato dello 0,7%).
Cresce anche il fatturato – da notare, però, che i livelli pre-crisi rimangono comunque ancora lontani –, nel 2015 è aumentato nel Nord-Est e nel Nord-Ovest con tassi che si aggirano intorno al 3% e dunque di poco inferiori a quelli registrati nel Centro (+2,2%).
L’impatto della crisi economica non è stato omogeneo: alcune PMI hanno sofferto più di altre – il rapporto osserva che ad uscire dal mercato sono state principalmente le imprese con un grado di rischio economico finanziario elevato già nel 2007 – mentre quelle che sono sopravvissute alle difficoltà della crisi ne sono uscite rafforzate, con bilanci consolidati.
Il tessuto imprenditoriale italiano conta meno PMI – nel 2016, ad esempio, le imprese attive presenti in Italia erano 134.553 in meno rispetto al 2009 (dati Unioncamere-InfoCamere) –, ma quelle presenti sul mercato sono più solide. Anche se emergono sostanziali differenze a livello territoriale: il report Confindustria-Cerved sottolinea che quelle del Nord presentano una minore fragilità rispetto alle concorrenti del Centro.

 

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