Brexit, la trattativa tra Ue e Regno Unito non si sblocca
Michel Barnier è l’uomo scelto come capo negoziatore dell’Unione europea nelle trattative con il Regno Unito per la Brexit e sostiene che i negoziati sono in una fase di “impasse”. “Il discorso di Firenze di Theresa May aveva dato uno slancio di cui c’era veramente bisogno, ma nonostante questo non abbiamo fatto grandi passi in avanti”, ha sottolineato al termine del quinto round negoziale. “Non sono ancora in grado di proporre al Consiglio europeo la prossima settimana di aprire le discussioni sul futuro”, ha concluso.
Le due parti coinvolte non riescono a trovare un’intesa su molti punti: Barnier ha spiegato che la delegazione britannica “non è in grado di precisare impegni sugli aspetti finanziari”. A ciò il negoziatore incaricato da Londra, David Davis, ha replicato che il governo britannico che “gli impegni specifici” sui conti da saldare verranno affrontati successivamente, nel corso delle trattative. Trattative che hanno una scadenza (29 marzo 2019) da rispettare, anche se potrebbe non essere facile: negoziati così complessi spesso durano diversi anni.
Mercoledì la premier britannica, Theresa May, ha assicurato comunque che il suo governo sta lavorando per trovare un accordo con l’Unione europea. Superare la scadenza senza averne trovato uno potrebbe rappresentare un rischio enorme per Londra: il Regno Unito si troverebbe senza accordi commerciali e di scambio con il suo principale partner economico.
Il governo britannico potrebbe trovare una soluzione alternativa, però: il quotidiano Telegraph scrive che il Regno Unito potrebbe aderire al Nafta – l’accordo di libero scambio nord-americano tra Stati Uniti, Canada e Messico – e che, tra le altre cose, il presidente americano Donald J.Trump intende rinegoziare (mercoledì l’inquilino della Casa Bianca ha incontrato il premier canadese, Justin Trudeau, a Washington, proprio per discuterne). Fantapolitica? Forse. Fatto sta che il governo britannico sta affrontando delle difficoltà (probabilmente) inaspettate prima del referendum sulla Brexit.
Nel frattempo Eba, Esma ed Eiopa – le tre autorità europee incaricate di supervisionare banche, mercati e assicurazioni – si preparano al peggio. Come? “Aumentando gli sforzi” per “identificare i rischi potenziali alla stabilità finanziaria in particolare nel caso in cui i negoziati dovessero terminare in modo disordinato” senza un accordo tra Bruxelles e Londra.