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Come è cambiata la criminalità in Italia

Dal 2007 quasi tutti i reati più comuni (furti, rapine…) e gli omicidi sono diminuiti mentre sono cresciute le truffe (informatiche e non) e ci sono stati pochi miglioramenti sul fronte dei reati a sfondo sessuale
di Mirko Spadoni

Quanto affermato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – «I reati sono diminuiti», ha osservato il premier – corrisponde a verità. I dati certificano che tra il 2007 e il 2016 il numero dei delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria è diminuito di quasi mezzo milione, passando da 2,933 milioni a 2,487 milioni. Ovviamente ci sono dei distinguo da fare.

Secondo l’ISTAT, quasi tutte le voci legate ai reati più comuni sono diminuite – ad esempio, i furti sono passati da 1,6 a 1,3 milioni, ma sono aumentati quelli nelle abitazioni, giù le rapine, da 52 a 32 mila – così come gli omicidi, che risultano in calo, da 627 a 400. Mentre sono aumentati i reati, per così dire “nuovi” (le truffe e le frodi informatiche), e i borseggi: nel 2016 sono stati denunciati 162.154 borseggi, con un’incidenza media nazionale di 2,7 borseggi ogni 1.000 abitanti e un aumento del 31% dal 2008. Pochi, invece, i miglioramenti sul fronte dei reati a sfondo sessuale: le violenze sono tornate ad aumentare nel 2016 e le denunce di atti sessuali con minori sono rimaste stabili. Purtroppo.

Nel 51° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, il Censis osserva che nel 2016 il maggior numero di reati denunciati è stato registrato nei grandi centri urbani. In ordine: Milano, Roma, Torino e Napoli. Mentre, se si considera il “peso” della criminalità sul territorio – ovvero l’incidenza dei reati sulla popolazione – al primo posto rimane Milano, con 7,4 reati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6) e Torino (6,0).

«Nonostante questi risultati, l’impegno, le statistiche, sappiamo che la domanda di sicurezza non diminuisce», ha osservato il premier. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, la criminalità è la terza preoccupazione degli italiani, dopo i pericoli globali (terrorismo e disastri naturali) e le incertezze economiche. Nello specifico, è cresciuta la quota di quanti temono un furto in casa, passata dal 23% del 2007 al 29% del 2016 (in questo spazio di tempo, effettivamente, i furti nelle case sono cresciuti).

 

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