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Gli studenti universitari alla ricerca della felicità

A Yale il corso sulla “vita bella” e sulla felicità. Secondo una ricerca Sodexo prendersi cura della qualità della vita dello studente contribuisce alla capacità di apprendimento
di Silvia Capone

È stato istituito a Yale il corso sulla “vita bella” che insegna ai propri studenti come vivere bene. Il corso, denominato “Psychology and the Good Life”, in brevissimo tempo ha riscosso così largo consenso da diventare in poche settimane il più frequentato nella storia del prestigioso ateneo. L’idea di istituire un corso di studi che affrontasse temi più concreti va incontro alle richieste degli studenti che da tempo speravano di studiare materie che, seppur considerate meno usuali dal punto di vista scolastico, potessero offrire approfondimenti per le soft skills, come modificare il proprio comportamento per ridurre lo stress e migliorare le proprie prestazioni. Il corso, con la prerogativa di essere a misura di studente, si colloca nell’ambito di un cambiamento, per tutti quei ragazzi che hanno sacrificato tanto in termini di felicita adolescenziale per accedere ai rinomati campus.

Ad avvalorare il fatto che la vita universitaria non si risolve solo in studio e lezioni, una ricerca Sodexo condotta su 4.000 universitari di sei paesi – Italia, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti, India e Cina – sostiene che prendersi cura della qualità della vita dello studente contribuisce a influenzare la capacità di apprendimento. Dalla ricerca emerge che il 73% degli studenti statunitensi si dice soddisfatto, la percentuale è fortemente condizionata dal punteggio che raggiunge la soddisfazione per l’alloggio, visto lo stile delle università americane. Mentre sempre secondo la ricerca, ciò che sembra influenzare maggiormente la scelta dell’università è il supporto economico che questa può offrire ed infatti solo il 52% degli studenti statunitensi reputa che la propria università abbia un buon rapporto qualità prezzo.

Stupisce in quest’ottica l’opinione che hanno invece gli studenti italiani. Secondo la ricerca, infatti, solo il 37% ammette un buon rapporto qualità-prezzo, nonostante i bassi costi dell’università nel nostro paese. In generale la considerazione degli universitari italiani risulta essere la peggiore tra i paesi presi in esame, ultimi con solo il 62% soddisfatto della propria vita universitaria. I principali motivi di preoccupazione per gli italiani, che condizionano così negativamente lo studente alle prese con la carriera universitaria sono: l’eccessivo carico di lavoro, 51% dei casi, la mancanza di equilibrio tra studio, socializzazione e lavoro, per il 44% e la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea, che preoccupa il 43% degli intervistati.

 

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