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Emergenza caldo: rischi per anziani e malati

Dal 2005 al 2016 le vittime delle ondate di calore sono state 23.880. Legambiente lancia l'allarme: «Servono nuove politiche»
di Redazione

Il caldo che, insieme all’afa, si è abbattuto sulla nostra penisola negli ultimi giorni ha raggiunto l’apice, sfiorando anche quota 40 gradi in alcune città. L’emergenza con bollino rosso è stata lanciata in 18 città e per questo Legambiente ha pubblicato sul proprio sito un comunicato con il quale sottolinea l’importanza di adattarsi ad un clima che negli ultimi anni è cambiato, con ondate di calore sempre più frequenti e durature.

Secondo Legambiente, i rischi più alti li corrono i cittadini dei grandi centri urbani, a causa dell’asfalto, delle auto e dei sistemi di condizionamento che possono far aumentare la temperatura di 4-5 gradi. A soffrire maggiormente queste ondate di calore sono gli anziani e gli ammalati, che corrono pericoli seri se le temperature diurne non scendono sotto i 35 gradi e quelle notturne sotto i 25. A far preoccupare ancora di più è il dato delle vittime dal 2005 al 2016 che emerge dall’analisi. Infatti, i morti causati dalle ondate di calore sono stati 23.880 in 23 città italiane e a Roma dal 2000 al 2016 sono state 7.700 le vittime. «Se vogliamo ridurre i pericoli per le persone e prevenire anche le ondate di calore servono nuove politiche per le città, risorse e un coordinamento nazionale per aiutare i Sindaci di fronte a fenomeni di una portata senza precedenti. Come si sta facendo negli altri Paesi e nelle altre città europee, bisogna accelerare negli interventi che permettono di ridurre l’impatto del calore nei periodi estivi e delle alluvioni negli spazi urbani, oggi estremamente vulnerabili, e dove vive la maggioranza della popolazione», ha sottolineato il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini. «Al Governo chiediamo di approvare quanto prima il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e di mettere al centro gli interventi che riguardano le città – ha aggiunto il vicepresidente – anche con un regolamento che finalmente fermi l’impermeabilizzazione dei suoli, che è una delle cause del calore nei periodi estivi, e che preveda interventi di recupero dell’acqua, salvaguardia degli spazi verdi, di utilizzo di alberature, acqua e pavimentazioni che riducono l’effetto del caldo nei quartieri e quindi sulle persone».

 

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