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Inclusione scolastica, questa sconosciuta

Barriere fisiche e senso-percettive, insegnanti non sempre messi nella condizione di esercitare la professione nel migliore dei modi, mancanza di un'adeguata strumentazione: ecco la "qualità" dell'offerta per gli alunni con sostegno
di Redazione

Per capire quanto ci costino – economicamente e socialmente – alcune delle carenze tipiche del nostro paese, in termini di accessibilità ma anche di “costruzione del proprio futuro”, basterebbe dare un’occhiata agli ultimi dati Istat relativi alla qualità dell’offerta e caratteristiche gli alunni con sostegno. A partire dalle barriere fisiche: soltanto il 32% delle scuole risulta accessibile da questo punto di vista, mentre più critica è la situazione del Mezzogiorno dove il 26% di scuole è a norma. «Il quadro – spiega l’Istat – peggiora se si considera la presenza di barriere senso-percettive che ostacolano gli spostamenti delle persone con limitazioni sensoriali: la percentuale di scuole accessibili scende al 18%, anche in questo caso la quota più bassa si registra nelle regioni del Mezzogiorno (13%)».

Diamo qualche numero, di cui ci informa l’Istat. Gli alunni con sostegno che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado sono poco più di 165 mila (3,7% degli alunni iscritti, dato Miur). Notevoli le differenze di genere: 213 maschi ogni 100 femmine. Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 46% degli alunni con sostegno; seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio
(rispettivamente 25% e 20%). Molti gli alunni che hanno più di un problema di salute (48%). Gli alunni osservati fruiscono in media di 14 ore
settimanali di sostegno. A livello territoriale il numero di ore è maggiore nelle scuole del Mezzogiorno – mediamente tre ore in più – rispetto a quelle rilevate nelle scuole del Nord.

Gli alunni con gravi problemi di autonomia dispongono mediamente di 12,9 ore settimanali di assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Nelle scuole del Nord ricevono mediamente tre ore di supporto in più rispetto al Mezzogiorno. Per il 9% degli alunni con sostegno, gli ausili didattici utilizzati a scuola risultano poco o per nulla adeguati alle loro esigenze.

Insufficiente è l’apporto degli insegnati per il sostegno. Non tanto nel numero – in definitiva soddisfacente anche per legge – quanto nelle competenze e nelle specializzazioni. Gli insegnanti per il sostegno sono circa 156 mila (dato Miur), con un rapporto di 1,5 alunni per insegnante. Dal dettaglio territoriale emerge una maggiore dotazione di insegnanti per il sostegno nelle regioni del Mezzogiorno (1,3 alunni per insegnante). Il 36% degli insegnanti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda. Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono circa 48mila. A livello nazionale il rapporto alunno/assistente è pari a 5,1, ma nel Mezzogiorno l’offerta è decisamente inferiore (6,5 alunni ogni assistente). Spiega l’Istat: «Per migliorare la qualità dell’apprendimento è importante che l’insegnante per il sostegno sia in grado di utilizzare la strumentazione adeguata, a tale scopo risulta fondamentale la formazione in tecnologie educative. Per l’anno scolastico 2017/2018, nel 13% delle scuole italiane nessun insegnante per il sostegno ha frequentato un corso specifico, nel 61% delle scuole soltanto alcuni, mentre nei restanti casi (26%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso».

Poi ci sono da considerare i limiti strutturali, non solo le barriere fisiche. Una scuola su quattro, ad esempio, risulta carente di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con sostegno. Contrariamente a quanto previsto per un percorso didattico inclusivo, la collocazione delle postazioni informatiche in classe risulta poco frequente (43% delle scuole).

(fonte: Istat)

 

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