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Il Giappone alla vigilia della nuova era «Reiwa»

Domani l’imperatore Akihito abdicherà in favore del principe Naruhito. Guerra commerciali, relazioni diplomatiche, le Olimpiadi di Tokyo: le sfide del Paese Sol Levante

di Redazione

Domani, martedì 30 aprile, verrà avviata la nuova era giapponese, «Reiwa» (che significa «armonia e fortuna»), un passaggio tutt’altro che banale per il Paese del Sol Levante. Coincide, infatti, con l’abdicazione dell’imperatore Akihito cui farà seguito, nell’arco di una fase di transizione lunga diversi giorni, l’insediamento del successore, il 57enne principe Naruhito. Akihito, 85 anni, lascerà dopo trent’anni di reggenza.

L’imperatore ha preso la sua decisione in verità qualche anno fa, una scelta dovuta alla stanchezza per l’età. Con il passaggio di consegne, «Reiwa» sostituirà l’era «Heisei», «pace ovunque». Il premier giapponese, Shinzo Abe, quando ha presentato in conferenza stampa la nuova era a inizio aprile ha voluto sottolineare «la nascita di una civilizzazione in cui regna un’armonia tra gli esseri, una primavera che arriva dopo l’inverno severo e segna l’inizio di un periodo che straborda di speranza».

Il significato politico di Tokyo è abbastanza evidente. Il Giappone si trova impegnato su più fronti, al cospetto di uno scenario internazionale che è mutato profondamente negli ultimi anni. L’economia è piuttosto in salute anche se la cosiddetta Abenomics – un programma che prevede politiche espansive, più spesa pubblica e investimenti – è sempre stata sotto osservazione, perché – sostengono in tanti – a tutt’oggi molte delle riforme promesse sono ferme, dunque gli effetti non ancora del tutto evidenti. In più Abe si è dovuto destreggiare dinanzi agli scenari che di volta in volta si sono presentati, considerata la nuova impronta data agli Stati Uniti dall’amministrazione Trump. Quest’ultimo, intanto, sarà in visita in Giappone dal 25 al 28 maggio, il primo leader mondiale a incontrare il nuovo imperatore Naruhito.

Nello specifico, tornando alle relazioni Tokyo-Washington, il premier giapponese sostiene il presidente americano riguardo la denuclearizzazione della penisola coreana, rappresentando da sempre la Corea del Nord una minaccia per il Giappone e a febbraio è arrivato addirittura a “sponsorizzare” una sua nomina al Nobel per la Pace. Dall’altro lato, però, il Giappone ha siglato un accordo commerciale – in vigore da qualche mese – con l’Unione europea (che prevede l’eliminazione dei dazi, da parte di entrambi, sulla quasi totalità dei beni importati e il riconoscimento di Tokyo degli standard di qualità dei principali prodotti europei Dop e Docg), un’intesa che in un altro periodo storico non sarebbe stato altrettanto smanioso di firmare, ma che per il momento lo mette al riparo dalle spinte protezioniste degli Stati Uniti.

Il nome della nuova era giapponese viene scelto da una commissione di esperti e politici di alto profilo, i quali cercano di individuare gli elementi che possono caratterizzare i valori di appartenenza del popolo in un dato periodo. A tale periodo, poi, corrisponde un calendario parallelo a quello gregoriano. Il Giappone è atteso il prossimo anno da un importante banco di prova che dovrà rilanciarne l’immagine: le Olimpiadi di Tokyo.

 

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