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I numeri del tabagismo in Italia

Il vizio della sigaretta riguarda un italiano su cinque, secondo l’Istituto Superiore di Sanità

di Redazione

In occasione del World No Tobacco Day, celebrata ogni anno il 31 maggio, con lo scopo di sensibilizzare sui rischi correlati alle sigarette e incentivare all’astensione dal fumo per l’intera giornata, il report stilato dall’Istituto Superiore di Sanità evidenzia che nel nostro paese a cedere al vizio è ancora un italiano su cinque, ovvero 11,6 milioni di italiani. Tra questi la quota maggiore è di fumatori uomini, che sono in totale 7,1 milioni, anche se il dato più preoccupante riguarda la componente femminile: le fumatrici sono 4,5 milioni, ma l’ISS ha sottolineato che sono aumentate nelle regioni del Sud. 

In particolar modo un fumatore su quattro è definibile forte – cioè abituato a fumare almeno un pacchetto al giorno -, mentre quasi la metà delle donne fumatrici consuma dalle 10 alle 20 sigarette al giorno. 

Simili sono le percentuali riferite ai giovani tra i 15 e i 24 anni: oltre la metà fuma più di 10 sigarette ogni giorno, anche se tra i ragazzi in questa fascia d’età, soprattutto se fumatori da maggiorenni, il drum è tra i prodotti particolarmente consumati. 

Oltre alle sigarette classiche e le sigarette fatte a mano, il report fa riferimento all’uso di altri prodotti legati al tabagismo come le sigarette elettroniche, fumate dall’1,7% degli italiani e che nella maggior parte dei casi non sostituiscono, ma si accompagnano a quelle tradizionali.

Le preoccupazioni degli esperti in merito alle conseguenze del fumo – sia attivo che passivo – sono note, anche se, visto che i dati non evidenziano una diminuzione del tabagismo, le campagne non bastano a fermare il consumo di sigarette che solo nel 2017 ha causato la morte di 3,3 milioni di persone. Tra questi , come sottolinea l’OMS, si contano un milione e mezzo di morti per malattie respiratorie croniche e circa 60 mila bambini sotto i cinque anni che hanno perso la vita per infezioni dovute al fumo passivo. 

Secondo le previsioni i danni del fumo, senza una regolamentazione più stringente, saranno sempre maggiori: entro il 2030 il tabacco provocherà 8 milioni di morti l’anno. 

 

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