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Prometeia prevede una crescita del Pil dello 0,1% nel 2019

Riviste al ribasso sia le stime di crescita per l’anno in corso che quelle per il 2020

Di Redazione

Il centro studi Prometeia ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil italiano sia nel 2019 che nel 2020. Per l’anno in corso si prevede infatti un +0,1%, contro il +0,2% avanzato nel rapporto di primavera, mentre alla fine del prossimo anno il Prodotto interno lordo dovrebbe riportare un +0,5%, a fronte del +0,6%  previsto in precedenza.

Come si legge nel rapporto «l’andamento dei conti pubblici più favorevole del previsto, come certificato dall’assestamento del bilancio 2019, e il disavanzo obiettivo per quest’anno sotto il 2,1%» hanno aiutato il governo ad evitare la procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. «Tuttavia – precisa il centro studi -, qualsiasi accordo con la Commissione dovrà prevedere, per il 2020, un saldo di bilancio in linea con quello 2019, comportando un inevitabile aumento delle entrate».

Secondo Prometeia sarà infatti difficile evitare un aumento delle aliquote Iva:  gli autori del rapporto ipotizzano «un aumento delle aliquote dal 4% al 6% e dal 10% al 12%, pari a circa 6 miliardi di euro di maggiore gettito. Inoltre, una riprogrammazione delle spese per circa 3,3 miliardi, e una riforma delle tax expenditure. In questo quadro, senza interventi robusti a sostegno della crescita potenziale, dopo la stagnazione del 2019 (+0,1%), la ripresa prevista nel 2020 (+0,5%) e 2021 (+0,7%) non sarà sufficiente a ridurre il debito pubblico».

Questo per quanto riguarda le entrate. Sul fronte delle uscite, invece, Prometeia «ipotizza – auspicabilmente inserito in una strategia di riforma complessiva del sistema fiscale – l’avvio di una “mini” flat tax, rivolta a una platea di famiglie più ristretta di quella prospettata finora dalle forze di governo, e misure di rafforzamento del welfare per compensare la minore efficacia dell’attuale Reddito di Cittadinanza (RdC)». Con una flat tax al 15% per i redditi familiari complessivi sotto i 29.000 euro, i beneficiari sarebbero circa 3,6 milioni di individui con un conseguente costo di 4,1 miliardi di euro. «Ipotizzato anche uno scenario di allargamento della platea di beneficiari del RdC, con soglia Isee a 10.800 euro annui, con il coinvolgimento di 400mila famiglie in più (1,7 milioni totali)» si avrebbe una spesa addizionale di 3,1 miliardi di euro.

 

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