Lavoro: in che modo l’intelligenza artificiale “seleziona” il personale | T-Mag | il magazine di Tecnè

Lavoro: in che modo l’intelligenza artificiale “seleziona” il personale

Il contributo dell’AI nelle attività svolte dai responsabili delle risorse umane sembra essere ormai un processo quasi inevitabile

di Silvia Capone

Ci siamo abituati a pensare ormai all’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, alle preoccupazioni sulla sostituzione dei lavoratori con macchine e robot, ma ora anche la selezione del personale, avviene in modo sempre meno “convenzionale”: digitale e tramite algoritmi. Già LinkedIn, il social network per i professionisti, si basa su algoritmi per una prima scrematura e per creare match compatibili tra domanda e offerta di lavoro, il passo successivo al recruitment online sarà, e in alcuni casi è già, quello della valutazione dei candidati per un posto di lavoro tramite l’intelligenza artificiale, che, in grandi aziende – ad esempio gli alberghi Hilton – dove l’AI viene utilizzata per analizzare i video dei candidati e valutare in modo più veloce la voce, l’intonazione e i gesti. 

Il contributo dell’intelligenza artificiale nelle attività svolte dai responsabili delle risorse umane sembra quindi inevitabile, tanto che secondo una ricerca condotta dall’Aidp, l’associazione italiana per la direzione del personale, più del 58% dei tremila manager HR intervistati, negli ultimi tre anni ha introdotto sistemi digitalizzati e automatizzati nella selezione del personale. Oltre all’analisi dettagliata dei video dei candidati, questi sistemi consistono per esempio nell’attività di pre-screening per facilitare e velocizzare la selezione, utilizzata dal 63% degli intervistati, nell’analisi automatizzata dei profili dei candidati, introdotto dal 45% dei manager, mentre meno significative, ma comunque presenti le percentuali di quelli che sfruttano l’AI per processi più complessi: il 27% del campione utilizza questi sistemi per attuare un’analisi motivazionale del candidato e la sua Web reputation, il 25% per fare interviste virtuali, il 19% per un’analisi semantica dei curriculum. Le potenzialità dell’applicazione dell’AI nelle attività di affiancamento degli HR potrebbe avere un impatto maggiore, infatti secondo il 57% degli intervistati la digitalizzazione potrebbe essere impiegata nella formazione, per il 41% nella valutazione delle performance, ma anche per la valutazione delle potenzialità dei dipendenti e per lo sviluppo della carriera.

Al contrario di quello che è stata l’automazione per altri tipi di mansioni, gli HR intervistati non si dicono preoccupati: il 96% di essi ritiene che il processo di selezione non potrà essere automatizzato del tutto, l’AI potrà integrare ed aiutare a rendere l’attività dell’uomo più efficiente. L’aumento dell’efficienza è proprio uno dei maggiori vantaggi riconosciuti all’automazione dei processi di reclutamento, dal 25% degli intervistati, mentre il beneficio maggiore è sicuramente la velocizzazione della selezione, indicato dal 60% degli HR, che comporta effetti positivi anche per i candidati sia perché in questo modo vengono vagliati più curriculum (secondo una precedente ricerca dell’Aidp i recruiter riescono a visionare solo il 30% dei profili) sia perché si accorciano i tempi di risposta anche per loro.

 

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