Di Pietro sul suo blog: “Governo vada a casa prima che ci scappi il morto” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Di Pietro sul suo blog: “Governo vada a casa prima che ci scappi il morto”

Antonio Di Pietro non le manda certo a dire. Sul suo blog afferma che domani il voto su Marco Milanese sarà la cartina di tornasole (“vedremo se la maggioranza avrà la dignità”) e invita il governo a un passo indietro “prima che ci scappi il morto”. “Il governo e la sua maggioranza parlamentare non ci sono più. Domani sarà la cartina di tornasole per verificare se in Parlamento c’è ancora qualche parlamentare di maggioranza che ha un po’ di dignità e di onore”, scrive il leader dell’Italia dei valori. “Avremo a che fare – spiega – con la richiesta di una misura cautelare, cioè mandare in carcere l’on. Milanese, un deputato che prima era un alto ufficiale della Guardia di Finanza e che è accusato di reati gravissimi contro la Pubblica amministrazione dalla Procura di Napoli. Il Parlamento deve decidere se dare l’autorizzazione all’arresto o meno. È agli atti che non v’è alcun fumus persecutionis, né alcun intento persecutorio. Lo ha dimostrato ancora ieri il gip di Napoli, dicendo che, a seguito delle ulteriori indagini svolte, si è accertato che le dazioni di pagamento sarebbero avvenute a Roma e che, quindi, è Roma la Procura competente. Domani però si rischia che la decisione del Parlamento venga assunta non per motivi di legge ma per motivi politici, ‘siccome sei un parlamentare, noi non diamo l’autorizzazione all’arresto’. Il problema, come vedete, non è solo Milanese. Il problema è la degenerazione di questo Parlamento, di questa maggioranza parlamentare e del suo governo che, mentre il mondo brucia, mentre l’Italia va a pezzi, mentre il Paese ha bisogno di interventi urgenti in materia economica, sociale, di rilancio della produzione industriale e di diritti civili, tiene impegnato il Parlamento per dire no all’arresto di un deputato accusato di essersi macchiato di gravi reati. Tiene impegnato il Senato per dire che il presidente del Consiglio non può essere processato perché Ruby Rubacuori, ai suoi occhi, era la nipote di Mubarak e, quindi, per salvare la dignità di un capo di Stato, non voleva che fosse arrestata. Tiene impegnato il Parlamento per il ‘processo lungo’, cioè per fare delle regole affinché i processi non arrivino mai a sentenza e i delinquenti stiano sempre fuori, perché questo serve a Berlusconi nel processo Mills. Tiene impegnata l’Aula – aggiunge Di Pietro in conclusione – per ridurre o eliminare le intercettazioni telefoniche come strumento di investigazione”.

 

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