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Il richiamo del cardinale Bagnasco

di Antonio Caputo

Il recentissimo richiamo del Cardinal Bagnasco, a chi ricopre ruoli di responsabilità istituzionale, per uno stile di vita che non può essere “licenzioso”, è stato da tutti letto come un richiamo esplicito e forte come mai prima, nei confronti del Premier e della sua condotta, da tempo al centro di notizie di cronaca.
Alcuni commentatori, però, dichiarano la propria delusione, perché, a loro dire, la Chiesa avrebbe fatto sentire solo ora la sua voce. Non è affatto così: a Gennaio, nei giorni del caso Ruby, lo stesso Bagnasco, il Segretario di Stato Bertone, Avvenire, Osservatore Romano, addirittura il Papa si sono espressi in maniera esplicita sul tema degli stili di vita, tanto che vi si poteva, già allora, leggere una dura reprimenda al Cavaliere.
Peraltro il Pontefice ha invocato in una lettera al Presidente Napolitano, la necessità di un rinnovamento etico per l’Italia, alla vigilia del suo viaggio in Germania, viaggio nel quale ha toccato temi importanti, dalla legalità all’ambiente (non certo una novità per Benedetto XVI, un vero Papa “verde”) e soprattutto alla sobrietà, anche all’interno della Chiesa, con la purificazione, un bene, derivata dal male delle persecuzioni.
Ma già due anni fa, ai primi “fuochi” del caso escort/Tarantini, la voce della Chiesa era stata piuttosto esplicita, con i più autorevoli tra i Cardinali, tra cui gli stessi Bertone e Bagnasco, che criticarono condotte e stili di vita del Premier, tanto che la cosa fu all’origine del “caso Boffo”, l’allora direttore di Avvenire, che quelle critiche aveva riportato in diversi editoriali, attaccato, per tutta risposta, dal Giornale (all’epoca diretto da Feltri), ed accusato di essere omosessuale, notizia poi rivelatasi infondata.
Torniamo al messaggio del Presidente della CEI: era inevitabile che sortisse un effetto politico e così è stato. Uniti sul senso del discorso, commentatori ed analisti si dividono sulle conseguenze dello stesso: cosa accadrà nel mondo cattolico? E, più banalmente, con chi si schiererà la Chiesa?
Facciamo un passo indietro: il voto cattolico fu molto importante per la risicatissima vittoria di Prodi nel 2006; e la stessa CEI aveva sponsorizzato diversi candidati nel centrosinistra, i “teo-dem” della Margherita, su tutti la Binetti, ma anche altri (ed anche candidati di centrodestra).
Arrivato Prodi al Governo, i Vescovi si trovarono assai scottati dal progetto di legge dei Di. Co, per coppie di fatto e gay e la reazione del mondo cattolico, compatto, fu quella della grande manifestazione a Piazza San Giovanni nel 2007, che vide l’appoggio compatto del centrodestra ed un centrosinistra spaccato.
Caduto Prodi, il mondo cattolico si ritrovò nel 2008, pur senza un appoggio esplicito, nel voto al centrodestra (ma con importanti eccezioni: una fetta minoritaria ma cospicua votò il PD; un’altra l’UdC), ed Oltretevere la vittoria di Berlusconi fu accolta positivamente.
Ma, ancora una volta, il mondo cattolico si è presto ritrovato scottato, sia per i modi, assai spicci, della Lega nei confronti degli immigrati, sia per le aperture ‘laiciste’ dei finiani, allora in maggioranza, sia soprattutto per la vita privata del Premier, dal caso D’Addario, al caso Ruby, fino alle vicende di questi giorni.
La freddezza dell’episcopato verso il centrodestra era già emersa quest’anno, alle amministrative prima (emblematico il caso Milano, con l’Arcivescovo Tettamanzi in prima fila nell’appoggio a Pisapia) e ai referendum poi, con una mobilitazione dei movimenti cattolici, soprattutto sul tema dell’acqua (ma anche sul nucleare col richiamo del Papa a 3 giorni dal voto, sulla necessità di ripensare le scelte energetiche fondate sull’atomo). Una freddezza che non si manifestò nel 2010 in occasione delle regionali, perché il centrosinistra fece autogol con le candidature delle radicali Bonino e Bresso, (nonostante quest’ultima fosse appoggiata dall’UdC) evidentemente indigeste per l’elettorato cattolico.
Vedremo, dalle prossime settimane, come si muoverà il non sempre monolitico mondo cattolico (espressione che preferisco rispetto a quella di “Chiesa” dato che la Chiesa non è solo Vescovi, sacerdoti, e movimenti di base, ma l’intera comunità dei battezzati), e se il monito del Cardinal Bagnasco, che peraltro aveva più volte sollecitato l’impegno di una nuova generazione di politici cattolici, produrrà l’effetto di una chiamata alla comunità cattolica, a mobilitarsi per contribuire alla costruzione, tramite un soggetto che si richiami ai valori cristiani, di un nuovo assetto politico.

 

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