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Perché la Tav? Le risposte del governo

Il governo ha pubblicato sul sito ufficiale un documento di nove pagine in cui vengono spiegate le ragioni per cui i lavori della Tav sarebbero strategici per l’Italia

1) Perché il Governo ha riconfermato la Torino Lione come opera strategica?
Il modello di sviluppo perseguito dall’Ue è basato sulla crescita della competitività e del ruolo dell’Unione nell’economia mondiale; una crescita inclusiva ed sostenibile, essenziale per la coesione tra gli stati membri e quindi per la riduzione della geografica (tra gli stati) e della marginalità sociale (tra i cittadini).
La crescita e lo sviluppo economico si realizzano anche attraverso la creazione di un ambiente favorevole per la competitività delle imprese e quindi richiedono la realizzazione di adeguate infrastrutture materiali, in grado di sostenere il mercato unico garantendo la libera circolazione delle persone e delle merci, creando occupazione e contribuendo agli obiettivi dell’Ue in materia di cambiamenti climatici con la riduzione delle emissioni di CO2 dei trasporti (protocollo di Kyoto).
Per concretizzare il progetto di coesione materiale dei paesi dell’Unione è intervenuta la decisione 1962/96/CE del 23 luglio 1996, con la quale la Comunità Europea ha delineato la Rete ferroviaria trans-europea, composta dall’insieme delle grandi direttrici ferroviarie che attraversano le singole nazioni che costituiscono l’Unione.
La nuova rete essenziale (denominata “rete centrale”) eliminerà le strozzature, ammodernerà l’infrastruttura e snellirà le operazioni transfrontaliere di trasporto per passeggeri e imprese in tutta l’Ue, migliorando i collegamenti fra i diversi modi di trasporto.
Le interconnessioni transfrontaliere sono l’elemento strategico centrale dell’Unione Europea che ha ripetutamente ribadito, insieme a Francia ed Italia la importanza del corridoio est – ovest e della tratta di valico “Torino-Lione”.
Il corridoio est-ovest, di cui la tratta Torino Lione è essenziale componente, costituisce per questo un investimento strategico per il futuro del nostro Paese in termini di maggiore competitività, di abbattimento delle distanze, di prospettive di sviluppo. L’idea di sviluppo infrastrutturale non riguarda solo gli assi strategici principali, ma anche il sistema di interconnessione con le reti a livello regionale e, soprattutto, con gli interporti e le piattaforme logistiche che sono in grado di generare valore aggiunto dai traffici e non si limitano a gestire i flussi in transito. Infatti la Nuova Linea Torino Lione (Nltl), oltre a consentire la conversione dell’attuale tratta di valico in una linea di pianura ad elevati standard di qualità e sicurezza, contribuirà a collocare il polo logistico di Orbassano nella rete internazionale di Hub. Ciò consentirà finalmente al sistema economico di ridurre il proprio gap logistico rispetto agli altri paesi europei migliorando la propria competitività; oggi l’Italia risulta pesantemente sfavorita rispetto ai partner europei e mondiali. Nel nostro Paese la logistica pesa sul valore della produzione industriale per il 22%, mentre nel resto d’Europa si attesta tra il 14 ed il 16%. La voce trasporto nella logistica italiana pesa a sua volta per il 73% contro una media europea del 60%.

2) Qual è il costo?
L’Unione Europea ha finanziato la progettazione e le opere preparatorie della Nuova Linea Torino Lione nel 2008 per 671 milioni di euro. Tali impegni sono stati rispettati ed è ora in corso la realizzazione del sondaggio geognostico di Chiomonte.
Il progetto preliminare è stato approvato dal CIPE; nell’accordo italo-francese del gennaio 2012 e nella deliberazione del CIPE si prevede di realizzare l’opera per fasi: prima realizzare il tunnel di base e gli interventi di adeguamento del nodo di Torino e, solo in una seconda fase, qualora le dinamiche del traffico dovessero evidenziarne l’effettiva necessità, la tratta in bassa Valle di Susa (Bussoleno-Avigliana).
La FASE 1, il cosiddetto progetto “low cost”, consiste nella realizzazione prioritaria del tunnel di base e delle tratte di connessione alla linea storica esistente a Susa e S. Jean de Maurienne, comprese le due stazioni internazionali; il costo complessivo ammonta a circa 8,2 miliardi di euro, da ripartire tra i due Paesi.
In quanto opera transfrontaliera potrà ottenere la massima percentuale del finanziamento comunitario che arriva fino al 40%.
Il finanziamento per l’Italia sarà inferiore ai 3 miliardi di euro.

(continua a leggere)

 

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