Il mondo dice addio al “caudillo”
Hugo Chàvez alla fine non ce l’ha fatta. Il presidente venezuelano, da tempo malato di cancro, è morto martedì 5 marzo alle 16.25 ora locale (in Italia erano le 22.55). Vista la caratura del personaggio, il suo ruolo e quanto ha fatto in vita, la scomparsa di Chàvez è inevitabilmente un evento di portata mondiale.
“In questo momento difficile – ha detto il presidente americano Barack Obama – gli Stati Uniti ribadiscono il loro sostegno al popolo venezuelano e il loro interesse a sviluppare un rapporto costruttivo con il governo del Venezuela. Gli Stati Uniti mantengono il loro impegno verso politiche volte a promuovere i principi democratici, il ruolo della legge e il rispetto dei diritti umani”.
Diversa la reazione dei leader dei Paesi che a differenza di Washington avevano stretto ottimi rapporti con il “caudillo”. Da Cuba, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale, all’Iran, passando per le nazioni sudamericane.
“Il popolo cubano – ha detto Raul Castro – lo vedeva come uno dei suoi figli prediletti”. Toni simili a quelli del leader dell’isola caraibica sono stati usati da un altro storico alleato di Chàvez: Mahmud Ahmadinejad.
Chàvez, ha scritto il presidente iraniano in un messaggio inviato a Maduro, era un “simbolo della resistenza contro l’imperialismo e un martire per il bene della Nazione venezuelana”. Con la sua morte, il mondo perde “lo spirito di un grande uomo che ha sempre cercato la libertà e la giustizia. E’ ora in cielo”.
In Argentina, la presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha deciso di sospendere ogni attività per poi recarsi a Caracas, dove parteciperà ai funerali del leader bolivariano.
“E’ morto – ha detto il capo dello Stato boliviano, Evo Morales – un compagno rivoluzionario, che ha lottato per l’America Latina, che ha dato la sua vita per la liberazione del continente” e che “continuerà a essere una fonte di ispirazione per chi lotta per l’America Latina. Sarà sempre con noi”.
Tra i leader “amici” del presidente venezuelano, decisamente più moderata è stata la reazione di Vladimir Putin. Chàvez, si legge nel telegramma inviato da Mosca a Caracas, era “un uomo non comune e forte che guardava nel futuro e ha sempre puntato al massimo per se stesso”.
“Chàvez – ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon – si è battuto per le aspirazioni e le sfide delle persone più vulnerabili, fornendo un impulso decisivo per i nuovi movimenti di integrazione regionale, pur mostrando solidarietà verso altre Nazioni del mondo”.