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Più della metà degli italiani non legge libri

di Matteo Buttaroni

libri-antichiPiù della metà degli italiani non prende mai un libro tra le mani. E’ questa la conclusione che emerge dal Rapporto sulla promozione della lettura in Italia del Forum del Libro.
Nel dettaglio: nel 2012 solo il 46% degli italiani dichiara di aver letto almeno un libro all’anno, un dato che risulta comunque migliore rispetto al 2011, quando la percentuale era del 45,3%, ma peggiore del 2010 quando la percentuale si attestava al 46,8%.
Il dato relativo alla lettura in italia, se confrontato con altri Paesi, risulta inferiore e, purtroppo, di molto. Basti pensare che in Spagna coloro che leggono almeno un libro l’anno sono il 61,4%, in Francia il 70%, negli Stati Uniti il 72% e in Germania l’82%.
La cosa sconcertante è che, per quanto riguarda il nostro Paese, il dato non è mai riuscito a raggiungere la metà della popolazione anzi, risulta stagnante da oltre venti anni: nel 1965 erano poco più del 16% i lettori italiani per impennare fino al 36,8% verso la fine degli anni Ottanta, grazie alla scolarizzazione di massa. Come riporta il Forum del Libro nel Rapporto “un ritmo di crescita di questo tipo non si verificherà più nei decenni successivi”. Solo nel 1996 la percentuale di italiani da almeno un libro l’anno è riuscita a superare il 40%.
Bassa anche la percentuale relativa alla lettura di giornali: solo il 52,1% degli italiani dichiara di leggerne uno almeno una volta a settimana mentre solo il 36,7% afferma di leggerli almeno cinque volte a settimana. Un dato questo in calo rispetto al 2011 quando coloro che leggevano almeno una volta a settimana si attestavano al 54%
Come già spiegato il mondo del libro ha subito un’impennata grazie alla scolarizzazione di massa, ma ciò non vuol dire che ci sia una correlazione tra il livello di istruzione e il tasso di lettori. Per dimostrarlo basta pensare che ben il 18,9% dei laureati e ben il 41,6% dei diplomati dichiara di non aver letto neppure un libro per hobby nell’anno precedente all’intervista.
Questo dimostra che c’è una sostanziale differenza tra le velocità di espansione dei dati relativi al conseguimento di titoli di studio e quelli relativi ai lettori: dal 1995 a oggi, mentre il numero di diplomati è passato dal 63,6 al 72,6% e quello dei laureati dall’11,4 al 34,3%, quello dei lettori è passato solo dal 39,1 a una punta massima, nel 2010, del 46,8%.
Questo ha portato di conseguenza a un fenomeno particolare: l’aumento di nuovi titoli, che tra il 1984 e il 2011 sono aumentati del 203%, e a un calo del 48% delle tirature.
Guardando nello specifico alla quantità di lettori risulta quindi che il 54% degli italiani non legge nemmeno un libro l’anno, il 20,7% legge meno di tre libri l’anno, il 18,4% legge invece tra i quattro e gli undici libri all’anno mentre i lettori cosiddetti “forti”, ovvero coloro che da soli comprano la metà dei libri letti nell’arco dell’anno, sono il 6,3% e ne leggono almeno uno al mese. Quella libraria è un industria che in Italia sforna quasi 64mila titoli l’anno di cui un quarto solo di testi letterari, che costituiscono però ben due terzi dei libri venduti. E’ un settore che comprende 2200 editori, dà lavoro a quasi 40mila persone e fattura 3,3miliardi di euro all’anno.

 

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