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A volte ritornano: Dan Brown

di Martina Marotta

dan-brownIl 14 maggio 2013 esce nelle librerie italiane la nuova fatica di Dan Brown, Inferno.
Certamente i fan più accaniti dello scrittore statunitense ne saranno al corrente: il libro è il quarto della saga dedicata al professore di Harvard Robert Langdon, che torna per la seconda volta in Italia, stavolta a Firenze, per risolvere un mistero riguardante gli scritti del grande poeta Dante Alighieri.
E’ stato pubblicato qualche giorno fa dal Corriere della Sera il primo capitolo del libro, offrendo ai lettori uno scorcio alquanto interessante di ciò che succederà durante lo svolgimento della storia: come vuole la tradizione “browniana” il libro si apre con la visione soggettiva di un uomo sul punto di suicidarsi pur di non rivelare ai suoi inseguitori un “segreto” molto importante. Di colpo si passa all’ormai familiare punto di vista di Robert Langdon che, reduce da un incubo ‘infernale’, si sveglia immemore di ciò che gli è accaduto in un ospedale di Firenze con un trauma cranico.
Da qui le informazioni sulla trama sono pressoché sconosciute, ma quello che è certo è che il protagonista si troverà nuovamente ad affrontare i piani di una setta segreta.
Dunque Robert Langdon ci prova ancora: dopo le amare critiche italiane a Crypto e Le verità del ghiaccio, scritti agli esordi della sua carriera, Dan Brown riprende il via con questa fortunatissima saga. Ma sarà in grado di non deludere i suoi lettori?
E se Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni hanno fatto innamorare milioni di persone del mistero che aleggiava intorno a note opere del passato, facendo scalpore in tutto il mondo per gli argomenti sacri e intoccabili stravolti sotto una nuova luce, “Il simbolo perduto” è stato decisamente un flop mediatico rispetto ai suoi predecessori.
Conoscendo difatti lo stile tipico di Dan Brown, il lettore ha perso ormai quell’interesse scatenato dai primi due libri della saga, e sa cosa e chi aspettarsi durante lo svolgimento della trama. Inoltre è ambientato in America, precisamente a Washington, e forse proprio per questo ha maggiormente influito sulla critica negativa europea, non toccando quella sacralità proibita a cui si era abituati prima di questo libro.
Chissà se magari dipende anche da questo che il quarto capitolo della saga di Langdon è nuovamente ambientato in Italia.
Inutile, tuttavia, non ammettere che lo stile di scrittura di Dan Brown abbia pesantemente influenzato lo stile di altri scrittori che, sperando in un successo altrettanto grande, ne hanno grossolanamente copiato i climax (e talvolta i misteri) , riscuotendo un discreto successo tra i lettori (le tipiche letture sotto l’ombrellone quando si è al mare). Per non parlare dei libri che prendono in analisi i vari misteri del Codice da Vinci per elogiarli o semplicemente negarli, dove in alcuni Dan Brown è visto come un illuminato, la voce della verità, addirittura un profeta, e in altri come un semplice ciarlatano che in seguito al successo dei suoi libri ha proclamato le sue opere tratte da fatti realmente accaduti.
Profeta o imbroglione, lo scrittore statunitense continua ad essere uno dei più seguiti al mondo. Ma stavolta dovrà fare i conti con il peggiore mostro che uno scrittore possa affrontare: la banalità delle sue opere.

 

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