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Assicurare nuovo slancio all’economia

di Fabio Germani

vittorio_grilliTanto il Pd quanto il Pdl hanno giudicato negativamente il rinvio del Consiglio dei ministri che mercoledì avrebbe dovuto sbloccare circa 40 miliardi di euro utili a pagare parte dei debiti accumulati dalla pubblica amministrazione nel corso degli anni (enti locali, Stato, regioni, aziende sanitarie locali) nei confronti delle imprese. Si tratta di una misura urgente, sebbene l’Unione europea avesse paventato nei giorni scorsi difficoltà a chiudere la procedura per deficit eccessivo (secondo le prime indicazioni del governo il provvedimento porterebbe il deficit 2013 al 2,9%). Ma pur sempre una misura urgente, necessaria e che quindi deve essere portata a compimento nel migliore dei modi (tanto per dire, l’eventuale cancellazione del raddoppio dell’addizionale Irpef delle Regioni è una buona notizia). C’è da considerare che oltre 15 mila imprese italiane, dall’inizio della crisi economica alla fine del 2012, sono fallite – analisi condotta dalla Cgia di Mestre – a causa dei ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, provocando una perdita di oltre 60 mila posti di lavoro. Senza dimenticare dei dati emersi recentemente secondo cui quasi 80 mila imprese manifatturiere perse in cinque anni e una media nell’ultimo anno di mille aziende che chiudono ogni giorno. Inoltre, a inizio marzo, sempre la Cgia di Mestre aveva osservato come “degli oltre 70 miliardi di euro di crediti che le imprese vantano dallo Stato, secondo un primo bilancio fatto dal ministero dello Sviluppo economico, nel primo mese di operatività ne sarebbero stati liquidati appena tre milioni di euro. Se si manterrà questo ‘ritmo’, in un anno lo Stato riuscirà a pagare attorno ai 36 milioni di euro: di questo passo, lo stock sarà smaltito in oltre 1.900 anni”.
“È chiaro – faceva giustamente notare la Cgia – che si tratta di un calcolo puramente ‘scolastico’, ma che ha il pregio di fornire in maniera chiara il senso della dimensione economica del debito e il livello dell’inefficienza dello Stato nell’onorare i propri debiti”.
Le contromisure che il governo intende attuare, seppure tardive per un certo verso, dovrebbero rappresentare una “riforma strutturale” in grado non solo di garantire il saldo dei debiti pregressi, ma la capacità di pagare quelli futuri in tempi ragionevoli. Ciò significherebbe maggiori capacità di investimento da un lato e benefici sull’occupazione dall’altro. “L’opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della PA” – illustrata dai ministri Grilli e Passera come spiegato nella nota di Palazzo Chigi – può essere considerata tale, cioè un’opportunità a tutti gli effetti. A patto che non si perda altro tempo prezioso e che venga assicurato un nuovo slancio all’economia.

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