#Quirinale2013. Gli umori della piazza | T-Mag | il magazine di Tecnè

#Quirinale2013. Gli umori della piazza

Il Pd che si ricompatta sul nome di Romano Prodi. Il centrodestra che non ci sta. Il Movimento 5 Stelle che insiste su Stefano Rodotà. E poi ci sono gli umori della piazza, dei tanti che attendono davanti Montecitorio. Alessandro Di Battista, deputato M5S, parla con molti di loro. Anche con chi ammette di avere votato per altri partiti – Servizio di Fabio Germani (montaggio di Matteo Buttaroni)

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3 Commenti per “#Quirinale2013. Gli umori della piazza”

  1. Carmen

    La cosa che mi fa più specie è pensare che ci possano essere delle approvazioni o dinieghi da parte del centro destra o centro sinistra, soprattutto in questo momento così delicato per la nostra Nazione.Ma come può venire in mente il nome di Romano Prodi ai “nostri”parlamentari.Dovrebbe essere lui il nostro Presidente della Repubblica??vero è che se il parlamento fosse composto da individui sennati pronti per l’interesse della Nazione, l’Italia non sarebbe ridotta così.

    Riporto una lettera tratta dal libro “Forza della Ragione”di Oriana Fallaci scritta proprio a Romano Prodi…. così tanto per riflettere e ricordare:
    «Signor Presidente della Commissione Europea – scrive la Fallaci (che a quel tempo viveva a New York) – so che in Italia la chiamano Mortadella. E di ciò mi dolgo per la mortadella, che è uno squisito e nobile insaccato di cui andar fieri, non certo per lei che in me suscita disistima fin dal 1978».
    «Ossia dall’anno in cui partecipò a quella seduta spiritica per chiedere alle anime del Purgatorio dove i brigatisti nascondessero il rapito Aldo Moro. Non mi parve serio, Monsieur Meglio: non mi parve rispettoso, pietoso, umano, nei riguardi di Moro che stava per essere ucciso. E supplicai il Padreterno di tenerLa lontana dalla politica. Peccato che al solito il Padreterno non m’abbia ascoltato, che in politica lei ci si sia buttato senza pudore».
    «E da allora quella disistima s’è approfondita nonché arricchita d’una antipatia quasi epidermica. Il solo udire la sua voce manierosa e melliflua m’innervosisce, il solo guardare la sua facciona guanciuta e falsamente benigna mi rattrista, Monsieur. Mi rammenta la Comèdie Italienne o Commedia dell’Arte, Pulcinella e Brighella, Arlecchino e Tartaglia».
    «La Comèdie Italienne non mi ha mai divertito, Monsieur. Infatti grazie a lei ho riso due volte e basta. Quando al suo agglomerato politico dette l’acconcio nome e l’acconcia immagine d’un Asino, e quando D’Alema La rimpiazzò a Palazzo Chigi. Il guaio è che per spodestarLa, dovette rifilarla all’Unione Europea, ove ci ha fatto fare non poche figuracce, Monsieur».
    «Pensi a quella che fece con l’Eurobarometro nell’ottobre del 2003, cioè quando promosse tra i cittadini dell’Ue il sondaggio sulla legittimità-della-guerra-in-Iraq. Sondaggio con cui si chiedeva, fra l’altro, quale fosse il Paese che minacciava di più la pace nel mondo e a cui risposero 7515 persone. Però lei lo rese noto come se si fosse trattato d’un referendum plebiscitario, e in anteprima dette la risposta da cui risultava che secondo il 59 per cento degli europei il paese che più minacciava la pace nel mondo era Israele».
    «Oppure pensi a quella che commise, in completo dispregio per il suo incarico, inviando ai dirigenti dell’Ulivo le sessanta pagine in cui si offriva come loro leader».
    «Le sue figuracce sono le nostre figuracce, Monsieur. Figuracce dell’Italia. E io soffrii tanto a leggere i tre aggettivi che Hans-Gert Poettering, il capo del Ppe, aveva scelto per condannare il suo secondo exploit: Scorretto, Inaccettabile, Irresponsabile».
    «Soffrii in egual misura a leggere l’editoriale che sul Times di Londra si concludeva con le tremende parole: Mister Prodi ha rinunciato al diritto morale di guidare la Commissione Europea e ai popoli d’Europa renderebbe un miglior servigio se tornasse nel calderone della politica italiana. Non ci mancava che lei, Monsieur».
    «Voglio dire oltre a Pulcinella e Brighella, Arlecchino e Tartaglia, non ci mancava che Mortadella. Santo Cielo, non le bastavano gli immeritati fasti di Bruxelles? Dove ogni mese lei riceve cinquanta milioni di vecchie lire italiane! E, perbacco!, sono tante! Così tante che mi chiedo come facciano gli italiani, anzi gli europei, a non rinfacciargliele».
    Ecco, questa è buona parte della lettera che, nella «Forza della ragione» la Fallaci ha indirizzato a Romano Prodi, andrebbe letta tutta a mio avviso.

  2. Carmen

    alle 22:00 circa la notizia che Bersani si dimette…..la Nostra Patria nelle mani di due FOLLI!!!!!

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