Quirinale. Giorgio Napolitano ha ottenuto 738 voti, Rodotà 217
Giorgio Napolitano è stato rieletto presidente della Repubblica con 738 voti (quorum 504). Il candidato del Movimento 5 Stelle, Stefano Rodotà, si è fermato a quota 217.
Giorgio Napolitano è stato rieletto presidente della Repubblica con 738 voti (quorum 504). Il candidato del Movimento 5 Stelle, Stefano Rodotà, si è fermato a quota 217.
Nel primo trimestre del 2024, i consumi reali pro capite delle famiglie dell’Eurozona sono aumentati dello 0,2%, accelerando leggermente dopo il +0,1% nel trimestre precedente.…
26 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »Alla fine di giugno 2024, i 41 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 64,0% dei dipendenti – circa 8,4 milioni…
26 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e sua moglie Michelle hanno appoggiato ufficialmente la candidatura di Kamala Harris alla presidenza. «Michelle e io non…
26 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria. Agli arresti domiciliari da tre mesi circa, ha delegato l’assessore Giacomo Giampedrone di consegnare la…
26 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
perchè non vengono divulgate anche alcune notizie, credo che da cittadina la domanda ed il dubbio siano leciti.Su alcuni argomenti tutti tacciono, questo il nostro Presidente?
ROMA – Via libera dalla sesta sezione penale della Cassazione alla distruzione delle intercettazioni tra il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l’ex ministro Nicola Mancino. La suprema corte, infatti, ha dichiarato inammissibile il ricorso di Massimo Ciancimino che chiede di poter ascoltare, in virtù del diritto di difesa, i colloqui.
Nella sua requisitoria scritta, il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la dichiarazione della inammissibilità in toto del ricorso di Cianicimino. La decisione è stata adottata dalla Sesta sezione penale in camera di consiglio. I legali del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo avevano presentato ricorso contro l’ordinanza del gip del capoluogo siciliano che l’8 febbraio aveva rigettato la loro richiesta di ascoltare le intercettazioni, captate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra lo Stato e la Mafia. La distruzione, che doveva avvenire l’11 febbraio è stata rinviata in attesa della decisione della Suprema Corte, e la nuova data per la cancellazione dei file è stata provvisoriamente fissata per il 22 aprile.