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Meno austerity, più crescita: ora si può

bce_crisi_economicaL’austerity? Ora si può osare di più. L’apertura è giunta dal commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn. “Il rallentamento del consolidamento è possibile ora grazie agli sforzi fatti dai Paesi in difficoltà, dall’impegno Bce e dalle politiche di bilancio credibili”, ha chiarito Rehn aggiungendo che “gli sforzi di consolidamento devono tenere in considerazione le specificità dei Paesi, perciò la dinamica dell’aggiustamento di bilancio sta cambiando”.
Dunque, è la posizione di Bruxelles, è giunto il momento di aprire una seconda fase, in cui i governi mirino alla crescita evitando di osservare in maniera spasmodica i conti pubblici (che pure devono restare in ordine). “C’è ora spazio di manovra per sforzi meno aggressivi, cosa che non era possibile nel 2012 perché allora i Paesi dovevano ristabilire la credibilità e rendere sostenibili i conti”, ha affermato ancora Rehn.
Intanto un’indagine pubblicata dalla Bce spiega che le piccole e medie imprese dell’area euro continuano ad incontrare difficoltà ad accedere al credito, sebbene un lieve miglioramento riscontrato negli ultimi tempi. Lo studio è stato condotto sulla base di 7.510 Pmi dei 17 paesi della moneta unica nel periodo compreso tra ottobre 2012 e marzo di quest’anno.
Le imprese – fa sapere la Bce – da una parte “manifestano maggiori necessità di finanziamento” (+5%) e dall’altra “riferiscono di un deterioramento nella disponibilità di prestiti bancari” (-10%).
Tuttavia, è bene precisare, “la situazione è migliorata rispetto alla precedente rilevazione”, quando si registrò “un calo del tasso di respingimento delle domande di prestiti”, passato dal 15% all’11% oltre che un numero in diminuzione di imprese per le quali l’accesso al credito resta il principale ostacolo (dal 18% si è così passati al 16% dei casi).
Le piccole e medie imprese che presentano i maggiori problemi sono quelle spagnole e italiane, che hanno registrato il peggioramento di utili e fatturato tra ottobre 2012 e marzo 2013. In particolare, quelle italiane “hanno contribuito più di tutte all’aumento netto della necessità di prestiti bancari e aumento dello scoperto”. Così anche la Bce invita i governi alla crescita, esortandoli alle riforme utili in questo senso. In generale, osserva la Bce, i prestiti alle società non finanziarie nel mese di febbraio hanno mantenuto un tasso di riduzione dell’1,4%, mentre quelli alle famiglie hanno registrato un +0,4%.

 

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