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Eurozona in graduale ripresa, Italia a rischio

bce_crisi_economicaLe economie dell’area dell’euro sono in graduale ripresa con un lento recupero del prodotto atteso per il resto del 2013. Nonostante ciò la Bce garantisce di mantenere la politica monetaria il più accomodante possibile finché verrà ritenuto necessario.
Secondo quanto scritto dalla Banca centrale europea nel bollettino economico di settembre “i rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati verso il basso. La recente evoluzione delle condizioni nei mercati monetari e finanziari mondiali e le relative incertezze potrebbero incidere negativamente sulla situazione economica. I rischi al ribasso riguardano inoltre rincari delle materie prime a fronte di rinnovate tensioni geopolitiche, una domanda mondiale inferiore alle attese e una lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro”.
Al fine di ridurre ulteriormente gli squilibri e di promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro è necessario, avverte ancora la Bce, che i paesi dell’Eurozona portino avanti il proprio programma di riforme. Per quanto riguarda i conti pubblici, i governi non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre il disavanzo pubblico e riportare il rapporto tra debito e prodotto interno lordo su un percorso discendente.
Per la banca centrale la composizione delle politiche di risanamento dei conti pubblici dovrebbe privilegiare misure favorevoli alla crescita e dotate di una prospettiva di medio termine con il fine di coniugare il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici “con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale”. In termini di politiche economiche, le riforme dei mercati dei beni e servizi intese a potenziare la competitività agevoleranno la costituzione di nuove imprese, sosterranno il settore dei beni commerciabili internazionalmente e promuoveranno la creazione di posti di lavoro, mentre gli elevati tassi di disoccupazione richiedono riforme strutturali incisive per moderare le rigidità nel mercato del lavoro e incrementare la domanda di manodopera.
La produzione industriale nell’Eurozona è scesa dell’1,5% a luglio dopo la crescita dello 0,6% registrato a giugno. Il dato è delle previsioni degli analisti che si attendevano un incremento dello 0,7%. A pesare è stata soprattutto la brusca frenata della produzione tedesca che ha registrato un calo del 2,3%. Rispetto al 2012 la produzione è scesa del 2,1%.
Le stime di crescita economica prevedono un calo dello 0,4% per il 2013 mentre per il 2014 la stima del Pil è stata limata a +1,0% da +1,1%.
Veniamo ora al caso italiano: secondo la Bce, il peggioramento del fabbisogno, dovuto soprattutto al rimborso dei debiti verso le imprese, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo al 2,9% del Pil per il 2013.
Per quanto riguarda l’Italia, il forte aumento del fabbisogno finanziario, salito a 51 miliardi a luglio 2013 dai quasi 28 del luglio 2012, “mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013 (2,9% del Pil)”.

 

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