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Deutschland über alles

di Antonio Caputo

germania_campione_del_mondoGermania sul tetto del mondo. Meritatamente. È questo il verdetto dei mondiali brasiliani di calcio: il capitano Philipp Lahm che (dopo il gol decisivo di Goetze, che risolve una partita dura e tesa, e certamente non bella) alza la coppa al cielo appena dopo la nostra mezzanotte (le 19 a Rio), è il simbolo di un Paese. Per la prima volta un’europea vince in Sud America, e lo fa semplicemente perché si è dimostrata la squadra più forte. È il coronamento di un duro lavoro, iniziato “10 anni fa” nel quale “anno dopo anno siamo cresciuti”, meritando “questo titolo, che arriva dopo delle delusioni”, per usare le parole del CT Loew, autore del trionfo.
Trionfo che rende ancor più puerili le scuse, da italietta, “sull’eliminazione-colpa-del-caldo, che sfavorirebbe le squadre europee, non abituate ai climi sudamericani”: la vittoria dell’undici tedesco (trascinato dal veterano Klose e dalla “saracinesca” Neuer), che qualche giorno fa ha umiliato con un incredibile 7-1 i padroni di casa, nettamente battuti anche nella “finalina” per il terzo posto dall’Olanda (altra europea) fa crollare questo castello di scuse. Dal dopoguerra ad oggi, mal che le andasse, la Germania è arrivata ai quarti di finale. È la squadra storicamente più costante con cui fare i conti e che negli anni si è saputa reinventare, valorizzando i vivai a differenza nostra, che andiamo in giro per il mondo a scialacquare soldi per comprare calciatori non sempre all’altezza e intanto deprimiamo il nostro futuro. Si aggiunga che in Germania (come nella maggior parte dei Paesi ma non da noi) la violenza del tifo è stata in gran parte arginata e gli stadi sono stati ammodernati (da noi – salva la pur rilevante eccezione della Juventus – l’ultima grande opera di ristrutturazione degli stadi risale ai mondiali del 1990) e si comprende come il gap che ci separa dalle altre Nazionali, nel caso noi non si metta in atto una rapidissima svolta, sia destinato (ahimè) ad aumentare.
Calcio, dunque, metafora del Paese com’è stato per noi qualche settimana fa. Le foto e i “selfie” del Presidente Joachim Gauch e della Cancelliera Merkel, negli spogliatoi con i giocatori e con la coppa appena vinta, simboleggiano, una volta di più, l’essere in cima al mondo per una Nazione, antipatica quanto si vuole, ma sempre presente quando si tratta di portare a casa dei risultati; una Nazione che storicamente, nel bene, e purtroppo anche nel male, va fino in fondo e non manca mai gli appuntamenti decisivi con la storia.
Un Paese all’avanguardia su più campi (dall’energia – basti dire che nonostante il suo clima, produce una quota di energia solare, in percentuale sul totale della propria produzione energetica, maggiore di noi che saremmo il Paese del Sole – alle infrastrutture, all’accoglienza degli immigrati – ci lamentiamo, non a torto, di esser lasciati soli dall’Europa su “Mare Nostrum”, ma dimentichiamo che la Germania accoglie, ed in strutture di gran lunga migliori delle nostre, molti più immigrati di noi) ed in grado di rialzarsi, dettando legge, dopo due disastrose sconfitte belliche patite in trent’anni, la seconda delle quali vide la Nazione rasa al suolo, occupata militarmente per decenni dai Paesi vincitori e, soprattutto, divisa in due Stati la cui riunificazione è avvenuta neanche 25 anni fa. Uscita in tali condizioni dal secondo conflitto mondiale, la Germania, ben più di noi sconfitta e colpevole, ha saputo, pur nell’inevitabile cessione di sovranità, difendere con piglio il suo interesse, potendo anche permettersi (a differenza del servilismo nostrano) di dir di no all’alleato americano pur senza mettere minimamente in discussione l’alleanza atlantica. Ha inoltre affrontato e risolto il problema della riunificazione, facendosi carico di un rottame, quale era la ex DDR (paragonabile al Sud Italia), risollevandolo e riportandolo, in soli 25 anni, ad un livello dignitoso, ormai distante da quello del nostro Mezzogiorno, che invece, versa in crisi da un secolo e mezzo e senza che nessuno o quasi abbia mai fatto granchè per venirne a capo.
L’impopolarissima (in giro per l’Europa, ma popolarissima in casa) Cancelliera Merkel, che da 9 anni guida il Governo, è il “dominus” del suo Partito, del Paese e di fatto dell’intera UE; fredda, ma determinatissima, esprime appieno il carattere dei suoi connazionali. “Frau Angela” è in grado di giocare contemporaneamente su più tavoli: tiene abbastanza agevolmente a bada il fronte interno, e tratta, senza timori reverenziali, le questioni di maggior interesse nazionale, avendo a riguardo esclusivamente l’interesse tedesco; se sull’Ucraina non si è arrivati allo scontro frontale tra UE e Russia, lo si deve anzitutto a lei che non ha alcuna intenzione di danneggiarsi (in questo caso sulla decisiva questione energetica, su cui non si fa problemi a trattare con Putin), per assecondare i pruriti americani di ingerenze negli affari interni dei vari Paesi (avessimo preso esempio tre anni fa, con la Libia). Una Nazione in grado di tenere la schiena diritta, e che se del caso, espelle anche gli agenti della CIA, dediti “allo spionaggio di un Paese alleato”, sfiorando così la rottura diplomatica con Washington; esattamente il contrario di quanto fatto da noi es. nella vicenda Abu Omar.
Molti italiani, covando rancore verso i tedeschi e ritenendoli erroneamente responsabili dei nostri problemi (la responsabilità, nella più gran parte dei casi, è solo e soltanto nostra, e, soprattutto della nostra incapace e corrotta classe dirigente, non solo politica), non saranno stati contenti dell’esito dei mondiali: se, anziché criticare, invidiare e detestare (quando non odiare) la Germania, sapessimo imitarla, staremmo assai meglio! Onore al merito.

 

1 Commento per “Deutschland über alles”

  1. jurij

    ottimo articolo pienamente condivisibile

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