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L’utilità delle organizzazioni sindacali

I risultati dell'indagine "La fiducia nel sindacato" realizzata dall'istituto di ricerca Tecnè per l'associazione "Bruno Trentin" della Cgil

cgil_sindacatoViviamo in una società che, complice anche la crisi, tende a isolare gli individui. E quel senso di solitudine e incertezza viene colmato dai processi aggreganti che i sindacati ancora oggi sanno rappresentare. La percezione di fiducia, molto sostenuta tra i lavoratori, sta nell’utilità delle organizzazioni sindacali tanto nell’intensità delle relazioni sociali quanto nell’esigenza dei singoli di dover rivendicare un diritto. Questo suggerisce l’indagine La fiducia nel sindacato realizzata dall’istituto di ricerca Tecnè per l’associazione “Bruno Trentin” della Cgil, presentata in conferenza stampa martedì 14 ottobre dal segretario generale Susanna Camusso e dal presidente dell’associazione Fulvio Fammoni.
Tre intervistati su quattro si sono rivolti almeno una volta ad un’organizzazione sindacale per ricevere consigli, accedere a servizi o veder riconosciuti dei diritti. Stando poi alla rilevazione Tecnè la percentuale di chi si è rivolto ad un sindacato sale all’89% tra gli iscritti alla Cgil. Mentre si ferma al 72% tra i non iscritti, il 65% dei quali ha espresso un giudizio positivo sull’assistenza e sul servizio ricevuto (la percentuale sale all’84% tra gli iscritti al sindacato di Corso d’Italia).
Il sindacato ricopre quindi un ruolo fondamentale nella vita professionale dei lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori in mobilità e disoccupati, la maggior parte dei quali (il 52% tra gli iscritti alla Cgil e il 36% tra i non iscritti) – posti davanti alla necessità di rivendicare un diritto – non esiterebbe a rivolgersi alle sigle sindacali. Il 43% dei non iscritti si rivolgerebbe invece alle istituzioni (la quota scende invece al 36% tra gli iscritti alla Cgil). In pochissimi (l’1% tra i non iscritti e il 2% tra quelli invece iscritti alla Cgil) chiederebbero assistenza ad un partito politico.
Oltre ad essere un’organizzazione a cui rivolgersi in caso di necessità e bisogno, il sindacato sembra attenuare il fenomeno delle molestie, delle discriminazioni economiche o degli avanzamenti di carriera: tre lavoratori su dieci (il 34% tra i non iscritti e il 32% tra gli iscritti alla Cgil) hanno ammesso il verificarsi di casi di molestie o discriminazioni all’interno dell’azienda. “Particolarmente significativa la differenza tra quanti dichiarano di esserne stati vittime: tra gli iscritti al sindacato la quota si riduce a un terzo”.
Per buona parte del campione (per il 77% tra gli iscritti alla Cgil e il 55% tra i non iscritti) il sindacato è quindi un’organizzazione utile. Emergono tuttavia differenze sensibili tra iscritti e non su quali dovrebbero aspetti il sindacato dovrebbe lavorare con maggiore impegno: per il 18% degli iscritti alla CGIL, il sindacato dovrebbe “rafforzare il potere contrattuale dei lavoratori”. “Contrastare l’aumento dell’età in cui si va in pensione” è invece la priorità del 18% tra i non iscritti. La percentuale scende al 15% tra gli iscritti della Cgil, il 10% dei quali si è detto convinto nella necessità di impegnarsi maggiormente per “garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Il 58% dei non iscritti ad alcun sindacato si sente solo ed isolato dagli altri e quindi anche costretto ad affrontare i propri problemi da soli. Una sensazione provata solo dal 22% degli iscritti alla Cgil, le cui relazioni interpersonali risultano essere più intense: il 54% degli iscritti all’organizzazione di Corso d’Italia ha ammesso di confrontarsi spesso con amici o colleghi che vivono gli stessi problemi o la stessa condizione.
Tra i soggetti più esposti all’isolamento sociale (pensionati, disoccupati e lavoratori in mobilità) emergono significative differenze tra gli iscritti alla Cgil e i non iscritti: i primi si sentono meno soli rispetto ai secondi. Qualche esempio: il 60% dei pensionati non iscritto ad alcun sindacato ha ammesso di sentirsi isolato. La percentuale scende invece fino al 18% tra quelli iscritti alla Cgil. Infine: tra i non iscritti, il 15% ha espresso l’interesse a iscriversi ad un’organizzazione sindacale.

Nota metodologica
L’universo di riferimento della ricerca è composto da tutti i lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati, residenti in Italia.
Il campione è articolato in 2 sub-universi: gli iscritti alla CGIL e coloro che non sono iscritti ad alcuna organizzazione sindacale.
Per quanto riguarda gli iscritti alla CGIL la rappresentatività si riferisce alle articolazioni per sesso, età, area geografica e categoria di appartenenza. Complessive sono state realizzate 1.800 interviste di cui 1.400 con metodo CAWI e 400 con metodo CATI. Il margine di errore sull’intera popolazione degli iscritti alla CGIL è +/-2%.
Per quanto riguarda il campione dei non iscritti ad alcun sindacato la rappresentatività si riferisce alle articolazioni per sesso, età, area geografica e condizione professionale. Complessivamente sono state realizzate 1.000 interviste di cui 500 con metodo CAWI e 500 con metodo CATI. Il margine di errore sull’intera popolazione dei non iscritti ad alcun sindacato è +/-3%.
Le interviste sono state effettuate tra il 15 e il 30 settembre 2014.

Sfoglia l’indagine Tecnè-associazione “Bruno Trentin” in pdf

 

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