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Le cooperative negli anni della crisi

lavoro_impreseLe cooperative italiane offrono il loro contributo all’economia, tanto sul fronte occupazionale quanto su quello della produzione. Si tratta di un apporto che non è mancato anche negli anni più difficili. Quelli della crisi economica.
Secondo il terzo Rapporto Italia sulla Cooperazione realizzato dall’Euricse, l’Istituto europeo di ricerca sull’impresa Cooperativa e sociale, nel periodo tra il 2008 e il 2013, i lavoratori impiegati nelle cooperative sono aumentati di circa il 7%. In controtendenza, dunque, rispetto a quanto verificatosi contemporaneamente sul fronte occupazionale nelle imprese private diverse dalle cooperative, dove gli occupati sono diminuiti poco meno di 500 mila unità (-5%). Negli anni della crisi economica, però, le cooperative non hanno soltanto assunto nuovi dipendenti.
Tra il 2008 e il 2013, stando all’analisi delle 28 mila cooperative di cui sono disponibili i bilanci per tutto il periodo, il valore della produzione delle cooperative è cresciuto del 14%. Soltanto nel 2013, la produzione delle cooperative e dei consorzi italiani ha superato i 108 miliardi, pari all’8,5% del Prodotto interno lordo (Pil) del nostro Paese. Tuttavia le imprese cooperative non hanno reagito tutte allo stesso modo alla crisi economica. Nel comparto delle costruzioni, nota lo studio, mostrano qualche difficoltà.
Il Rapporto Euricse testimonia il contributo delle cooperative negli anni della crisi economica, che non era passato completamente inosservato neanche a Bruxelles. In una risoluzione del 2013, il Parlamento europeo ammetteva un’importanza crescente delle cooperative nell’economia dell’Unione, dove si contavano 5,4 milioni di lavoratori impiegati nelle circa 160 mila imprese cooperative sparse per l’Ue.
Nella risoluzione, i parlamentari europei ammettevano che, pur non essendo immuni dai fallimenti, le cooperative avevano dimostrato una maggiore resilienza alla crisi. I motivi erano diversi. Ne elenchiamo i principali: il modello cooperativo di governance, fondato sulla proprietà congiunta e sul controllo democratico dei soci, e il metodo tipico delle cooperative per l’accumulazione di capitale, meno dipendente dall’andamento dei mercati finanziari.

 

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