Cosa sta succedendo in Brasile
Dilma Rousseff, capo del governo brasiliano, è stata destituita. Dopo mesi dall’inizio della procedura di impeachment – era il dicembre 2015 – il Senato brasiliano, con 61 voti a favore e 20 contrari, ha dato il via libera alla rimozione di Dilma Rousseff (prima donna presidente nella storia del Brasile) dalla sua carica. Ma vediamo come si è arrivati a quello che la stessa Rousseff ha definito un “golpe”.
Già agli albori del suo secondo mandato (è stata rieletta nell’ottobre del 2014 ottenendo il 51,6% dei consensi al secondo turno, contro Aécio Neves) nel Paese si verificarono una serie di manifestazioni, con scontri tra oppositori e sostenitori dell’esecutivo. Intanto l’economia brasiliana cominciava a perdere colpi. Dalle performance tipiche dei Paesi emergenti, che negli anni della crisi economica avevano tenuto a galla l’economia globale, il Brasile (membro dei Bric) fu interessato da una parabola discendente, per poi sfociare nella recessione vera e propria.
IL DECLINO DELL’ECONOMIA BRASILIANA
Dal +7,5% registrato per il Pil nel 2010 (primo anno di governo della Rousseff), la crescita economica del Paese ha cominciato ad indebolirsi sempre più arrivando a toccare il +2,3% nel 2013 (passando per il +0,9% del 2012), per poi scendere al +0,1% nel 2014. Nel 2015 il crollo: il Pil del Brasile va giù del 3,8%, dettato in larga parte dalla forte contrazione che ha interessato il quarto trimestre, -5,8% (legato a sua volta al rallentamento globale e ad un indebolimento del settore industriale in senso stretto e del settore minerario, per via del crollo dei prezzi delle materie prime).
IL DECLINO DELLA POPOLARITÀ E L’IMPEACHMENT
Oltre al declino economico del Paese, a far vacillare la popolarità della presidente arrivano poi le controversie giudiziarie. Una di queste – quella che ha poi portato formalmente all’impeachment – è legata al bilancio dello Stato per il 2014: secondo la Corte dei Conti federale del Brasile, la Rousseff alterò il resoconto nel tentativo di nascondere il deficit che in realtà pesava sul Paese. Il risultato è quindi quello che conosciamo oggi: bilancio del 2014 bocciato, impeachment e successiva destituzione dall’incarico di presidente (a favore dell’ex vice presidente Michel Temer, incaricato di guidare il governo fino al termine del mandato di Rousseff o, perlomeno, fino alle elezioni anticipate qualora si verificassero), ma non l’interdizione dai pubblici uffici al quale il Senato ha votato contro. L’altra vicenda giudiziaria, che ha contribuito notevolmente ha far scendere la popolarità dell’ormai ex presidente, è lo scandalo Petrobras.
LO SCANDALO PETROBRAS
La Petróleo Brasileiro S.A., o più comunemente la Petrobras, è la più importante compagnia petrolifera brasiliana, contro la quale, nel marzo 2014, la polizia federale del Brasile ha aperto un’inchiesta per tangenti. In particolare la Petrobras è accusata, insieme alla Btp (che racchiude diverse aziende attive nel settore delle infrastrutture) di aver gonfiato alcuni contratti per garantirsi gli appalti legati alla costruzione di alcune infrastrutture petrolifere presenti nel Paese. Tangenti che sono finite, per lo più, nelle tasche di alcuni esponenti del partito di governo, il Partito dei Lavoratori. Per questo, pur non essendo direttamente indagata, la tempesta ha coinvolto Dilma Rousseff.