NEET in aumento nell’Ue dal 2007 | T-Mag | il magazine di Tecnè

NEET in aumento nell’Ue dal 2007

ImpresaLavoro osserva che la crescita del fenomeno registrata in Italia è superiore a quella registrata in tutti i Paesi dellʼUE

neetNel secondo trimestre del 2016 è cresciuta la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro. L’ISTAT osserva che tale incremento è certificato anche dalla diminuzione (-252mila unità su base annua) dei cosiddetti NEET, acronimo che sta per l’inglese Not in Education, Employment or Training e indica tutti quei giovani che non lavorano né sono impegnati in percorsi di formazione o studio.
Quello relativo ai NEET non è un problema relativo soltanto all’economia italiana, però. Una recente ricerca del Centro studi ImpresaLavoro sottolinea che tra il 2007 e il 2015 l’incidenza dei NEET è cresciuta in tutta l’Unione europea: nel 2015 il tasso medio dei NEET nell’UE era pari al 16%, l’1,3% in più rispetto al 2007.
Tuttavia l’analisi, condotta sull’elaborazione di dati dell’OCSE, sottolinea che la crescita del fenomeno registrata in tutti i Paesi dell’UE è inferiore a quella rilevata in Italia. L’unica eccezione è la Grecia, dove l’incremento (+8,3%) è stato più consistente di quello italiano (+7,4%).
Il NEET rate – ovvero il tasso di inattività giovanile – è cresciuto in Spagna (+6,8% tra il 2007 e il 2015, passando dal 15,9 al 22,7%), Francia (+4,3%, dal 12,9 al 17,1%), Irlanda (2,1% dal 14,5 al 16,6%) e Portogallo (+1,9%, dal 13,2 al 15,1%). In alcuni casi, però, si è verificata anche un’inversione di tendenza: in Gran Bretagna e in Germania il NEET rate è diminuito, passando dal 14,6 al 13,6% nel primo caso (-1%) e dal 12,3 all’8,8% nel secondo (-3,5%).
Favorire l’inserimento dei più giovani nel mercato del lavoro, riducendo così anche il numero dei NEET, è uno dei principali obiettivi del programma Garanzia Giovani, avviato il 1° maggio del 2014. Secondo il Rapporto sulla Garanzia Giovani in Italia dell’ISFOL, l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, tra i giovani che hanno preso parte al programma, un terzo ha trovato un’occupazione a un mese dalla conclusione del percorso, il 40% a tre mesi e il 43% a sei mesi.

 

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