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Gli stranieri che investono nel calcio italiano

Negli ultimi anni, alcuni tra i più importanti club italiani sono diventati di proprietà di investitori che arrivano dall'estero
di Redazione

Un comunicato di poche righe per annunciare la fine dell’operazione. La nota congiunta ufficializza la cessione da parte di Fininvest alla Rossoneri Sport Invstment Lux dell’intera partecipazione, pari al 99,93%, dell’AC Milan. Dopo 31 anni di gestione, Silvio Berlusconi lascia il club a Li Yonghong, un broker cinese. Li non è il primo straniero ad investire nel calcio italiano.

Altri prima di lui lo hanno fatto. I primi in assoluto sono stati gli inglesi: nel 1998 l’English National Investment Company, una finanziaria del settore petrolifero, acquistò il Vicenza. Questi, invece, sono alcuni esempi più recenti di investitori stranieri che hanno anticipato il nuovo patron del Milan, comprando società di Serie A (Inter e Roma) o delle divisioni minori (nel 2014 Xiadong Zhu acquistò il Pavia Calcio, club che attualmente milita in Lega Pro, salvo poi cederlo alla TecnoEdil2000 di Alessandro Nuccilli, la scorsa estate).
Alla fine di giugno, il Suning Commerce Group – una società cinese che opera nella settore della vendita al dettaglio di elettrodomestici e prodotti elettronici – ha acquistato il 68,55% dell’Inter, lasciando Erick Thohir (altro investitore straniero, a Milano dal novembre del 2013) alla presidenza della società, con il 31,05% delle azioni, fino a quando Suning non acquisterà il 100% della società. L’arrivo dei cinesi è coinciso con l’addio definitivo di Massimo Moratti (16 trofei in 16 anni e dopo aver investito nell’Inter 1,3 miliardi euro).
L’interesse dei cinesi verso il calcio non si limita all’acquisto di squadre straniere: il governo e alcune importanti società cinesi stanno investendo molto nel pallone e non soltanto per centrare i tre obiettivi posti dal presidente Xi Jinping (qualificarsi ai prossimi mondiali, ospitarne un’edizione e poi vincerne una). Qualche mese fa Giorgio Cuscito – esperto di Cina e autore presso la rivista di geopolitica Limes – ha spiegato a T-Mag il perché di questo interesse, individuando tre motivi. Il primo dei quali “prettamente economico”: “I cinesi stanno cercando di diversificare le loro attività e così imprese come Alibaba investono nel calcio, cercando di ottenere dei guadagni e un ritorno di immagine positivo”.
Gli americani, infine. Nel 2011 un gruppo di imprenditori statunitensi, inizialmente guidati da Thomas DiBenedetto e poi da James Pallotta, ha acquistato la Roma. Attualmente Pallotta possiede il 78% del club giallorosso attraverso la Neep Roma Holding.
Tra gli imprenditori coinvolti, spicca il nome di Joe Tacopina che, qualche anno dopo, ha tentato per due volte (prima senza riuscirci e poi con successo) di acquistare il Bologna (attualmente alla presidenza del club emiliano c’è Joey Saputo, presidente anche dell’Impact de de Montréal, che milita nella Major League Soccer). Tacopina ha lasciato l’Emilia per spostarsi in Veneto, dove ha acquistato il Venezia.

 

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