Perché anche gli agricoltori protestano
Il conto dei danni parla di 1,2 miliardi di euro persi e 100 mila posti di lavoro cancellati
di Redazione
Questa mattina migliaia di agricoltori e pastori sono giunti in Piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, per far sentire la propria voce: i pastori per sensibilizzare le istituzioni sulla questione del latte sottopagato (di cui abbiamo scritto qui), gli agricoltori, spiega la Coldiretti, per protestare contro i ritardi nell’affrontare «la drammatica emergenza dei danni provocati dal gelo e dalla Xylella che avanza inarrestabile distruggendo milioni di ulivi».

Danni che, stando ai report dell’associazione di categoria stanno avendo forti ripercussioni sull’intera filiera. Si parla di 100mila posti di lavoro cancellati e 1,2 miliardi di euro persi. Ma partiamo dal principio. Innanzitutto un dato: la produzione di olio extravergine di oliva lo scorso anno è crollata del 57%, scendendo a 185 milioni di chili, mettendo a segno il peggior risultato degli ultimi 25 anni. Di conseguenza le scorte risultano essere piuttosto esigue, tanto che secondo l’associazione di categoria potrebbero esaurirsi entro la fine di aprile di quest’anno, mentre i prezzi hanno registrato un balzo del 31% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, salendo in media a 5,65 euro al chilogrammo a gennaio (oltre i sette euro in Sicilia e oltre i sei euro nel barese). Non solo, «per la prima nella storia – sottolinea la Coldiretti – la produzione nazionale potrebbe essere sorpassata da quella della Grecia e del Marocco mentre si avvicina pericolosamente addirittura la Turchia e la Spagna allunga la distanza con ben 1,6 miliardi di chili e raggiunge un quantitativo quasi nove volte superiore». Senza contare che con il crollo della produzione interna, sta aumentando l’importazione di olio estero. Nell’ultimo anno, secondo elaborazioni su dati Istat, la quantità di olio tunisino in Italia è aumentata del 150% nei primi dieci mesi del 2018.