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Il settore vinicolo, “l’isola da sogno” dell’Italia

Coldiretti: i vigneti italiani possono arrivare a costare più di un’isola ai Caraibi

di Redazione

I vigneti italiani valgono più che un terreno agricolo e possono arrivare a costare più di un’isola ai Caraibi, lo afferma la Coldiretti in occasione del Vinitaly sulla base di dati Winenews, secondo cui le quotazioni di un ettaro di Brunello e Prosecco possono essere di un milione di euro, mentre per il Barolo piemontese il prezzo può arrivare fino a 2,5 milioni -mentre un’isola alle Bahamas può costare poco più di 2 milioni di euro.

Chiaramente la quotazione del vigneto dipende dalla tipologia del vino che produrrà ed è perciò molto variabile, il valore medio rilevato dalla Coldiretti si aggira però sui 51 mila euro a ettaro, con i prezzi più alti che sono stati rilevati in Trentino Alto Adige, dove il valore supera i 200 mila euro medi, in Veneto, in cui possono arrivare a costare quasi 140 mila euro, ed in Piemonte, in cui il prezzo medio di un ettaro di vigneto è “solo” di 68 mila euro.  Alla base del costo elevato, la qualità e la varietà dei terreni italiani.

Nonostante ciò, secondo un’analisi Coldiretti presentata in occasione della presentazione delle innovazioni 2019 nel mondo del vino, nell’ultimo decennio sono scomparsi quasi 80 mila ettari di vecchie vigne, riducendo così la superficie totale coltivata a vite dell’11%, che è passata da 731mila ettari a 651 mila ettari del 2018. La stessa Coldiretti specifica che la maggior parte sono terreni vecchi e quindi non più produttivi, ma che dovrebbero essere rigenerati sia per il boom di richieste per l’autorizzazione all’impianto di nuove vigne nel 2019, sia perché quello vinicolo è un settore che in Italia è ancora molto importante, e in grado di generare un giro d’affari di 11 miliardi nel 2018.

Il fatturato ha segnato un aumento del 3% rispetto al 2017, soprattutto grazie alla spinta record dell’export salito a 6,2 miliardi di euro e dai consumi interni che hanno raggiunto il valore di circa 4,8 miliardi. Per quel che riguarda le esportazioni, gli USA si confermano il cliente più affezionato, incrementando le vendite del 4%, seguiti dalla Germania, che ha fatto registrare la stessa percentuale di aumento delle richieste, e il Regno Unito, in cui l’export è aumentato del 2%. A segnare uno degli incrementi maggiori è stata invece la Francia che, spinta dal successo delle bollicine, ha registrato un aumento complessivo del 10% rispetto al 2017.

Per soddisfare la domanda esterna e interna la produzione italiana è stata pari a 48,5 milioni ettolitri – dato che garantisce all’Italia il primato mondiale della produzione, seguita da Francia e Spagna, dove la produzione dovrebbe essere rispettivamente 46 milioni di ettolitri e 41 milioni di ettolitri – con oltre il 70% destinato a diventare vini di alta qualità, vini DOCG, DOC e IGT.

Secondo le stime Coldiretti il settore vinicolo darebbe opportunità di impiego a circa 1,3 milioni di persone in modo diretto e indiretto, incidendo sull’occupazione e sul lavoro in circa 20 settori, dai più immediati quali agricoltura, industria e enoturismo, ai meno vicino come cosmetica, realizzazione di accessori (come sciabole e cavatappi), trasporti e imballaggi, e editoria e pubblicità.

 

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