La fragilità del mercato del lavoro italiano: la mancata partecipazione
L’Istat ricorda che il nostro paese occupa la seconda posizione in Europa, peggio di noi soltanto la Grecia
di Redazione
Nell’Unione europea il mercato del lavoro è in ripresa, anzi, ha raggiunto livelli anche superiori rispetto al periodo pre-crisi, con un aumento nei tassi di occupazione e un calo della disoccupazione. Anche l’Italia ha registrato progressi, osservando una crescita negli ultimi anni del tasso di occupazione per le persone di 20-64 anni. Tuttavia la distanza con la media dei paesi europei è aumentata anch’essa e risulta molto elevata soprattutto tra le donne. Sono meno ampi i divari per i 55-64enni – il trend è evidente ormai da un po’, in parte per effetto degli ultimi interventi sulle pensioni –, «con il tasso italiano inferiore di 4,9 punti alla media europea e con l’indicatore maschile ormai prossimo al valore europeo». Questo, in sintesi, lo scenario “europeo” relativo al mercato del lavoro (anno di riferimento 2017) contenuto nel rapporto Noi Italia 2019 dell’Istat.
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Nel 2017 – scrive l’Istat – il tasso di disoccupazione risulta in calo per il quarto anno consecutivo nell’Ue e per il terzo in Italia, anche se nel nostro Paese con minore intensità. Nonostante la riduzione generalizzata del tasso di disoccupazione giovanile, la condizione dei giovani di 15-24 anni rimane particolarmente critica in Grecia e Spagna, paesi che insieme all’Italia presentano valori dell’indicatore più che doppi rispetto alla media Ue. La disoccupazione di lunga durata – condizione che interessa le persone in cerca di lavoro da 12 mesi o più – si riduce di 1,7 punti percentuali nell’Ue e aumenta invece in Italia (+0,5 punti percentuali).
Ma la zavorra del nostro mercato del lavoro è la mancata partecipazione, un indicatore – che tiene conto, oltre ai disoccupati, di quanti non cercano lavoro, ma sarebbero disponibili – per cui occupiamo posizioni tutt’altro che lusinghiere. Il tasso di mancata partecipazione europeo diminuisce di 1,2 punti percentuali rispetto al 2016 – afferma l’Istat –, «il divario tra Italia e la media Ue sfiora i dieci punti percentuali, ma si attesta a 13 per la componente femminile». In pratica siamo, per mancata partecipazione al mercato del lavoro, siamo secondi soltanto alla Grecia (quest’ultima al 23,3% contro il nostro 20,5%) e appena sopra la Spagna (20,2%). A seguire Croazia (17,6%), ma da Cipro (13,3%) in poi i valori si abbassano notevolmente.
Se per la componente maschile occupiamo la terza posizione (in questo caso ci supera anche la Spagna), per quella femminile siamo saldamente al secondo posto (24,5%): -4,3% sulla Grecia (28,8%), +1,5% sulla Spagna (23%).
(fonte: Istat)