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Case piccole e sovraffollamento durante il lockdown

Scuole chiuse, smart working: quando le abitazioni non riescono a soddisfare le esigenze delle famiglie. Un ostacolo anche nella fase 2

di Redazione

La fase 2 ha l’obiettivo di far ripartire l’economia, tuttavia non è prevista la riapertura delle scuole, quindi bambini e ragazzi dovranno perlopiù rimanere a casa, prediligendo (per i genitori) lo smart working dove e quando possibile. In più c’è da considerare che le uscite, in generale, continueranno ancora per un po’ a subire delle limitazioni.

In questa prospettiva gli italiani dovranno passare ancora molto tempo della giornata tra le mura domestiche e quindi il problema del “sovraffollamento” nelle case rimarrà anche in questa seconda fase.

Gia, perché dall’analisi di Abitare Co, società che opera nell’ambito dell’intermediazione immobiliare, e dai dati Istat, emerge che le case delle famiglie italiane sono spesso inadeguate e troppo piccole  per fronteggiare l’attuale emergenza. Secondo Abitare Co, le famiglie hanno a disposizione in media 117mq di casa, ma la metratura varia molto in base alla collocazione geografica  e l’adeguatezza in base al numero dei componenti.

Per quanto riguarda le grandi città, è Milano che registra le abitazioni in media più piccole, 88 mq, poi Torino, 91 mq, e Bologna che arriva a 96 mq. Le case con una metratura maggiore sono invece quelle dei veneziani, 112 mq, dei veronesi 114, e dei palermitani, 116 mq. In generale però, in Italia, un terzo delle case è al di sotto degli 80 mq, mentre il 13,4% non raggiunge i 60 mq, il dato deve essere contestualizzato con il numero dei componenti delle famiglie che in media sono 2,3. Secondo l’Ocse in Italia le abitazioni contengono in media 1,4 vani a persona, ma il dato è più basso sia della media dei paesi Ocse, che è di 1,8 stanze, sia dei maggiori paesi europei.

Nello specifico, secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, oltre il 20% dei nuclei familiari più numerosi – ovvero con più di quattro persone all’interno – vive in case al di sotto degli 80 mq, la percentuale aumenta nelle grandi città: il 29,8% nella provincia di Milano, il 31,3% di Torino, il 32,5% di Roma e il 34% nella provincia di Napoli.

Dai dati emerge che sono 16,8 milioni le persone, circa il 25% della popolazione, che vivono in una situazione di sovraffollamento abitativo. Condizione che è resa ancora più acuta e lampante ora dalla condivisione forzata degli spazi per esigenze diverse e, come sottolinea l’Eurostat, in una stessa stanza si trovano i bambini a giocare ed il genitore a lavorare.

Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi, invece, l’11,4% del totale sono le case sprovviste di terrazzo, giardino o balcone, tutti spazi divenuti particolarmente necessari in questo periodo di lockdown.

Confrontando i dati, secondo l’Istat periodo 2018-2019 circa il 25% delle persone erano in situazione di sovraffollamento abitativo mentre secondo l’Eurostat la percentuale sale al 27,8%. In entrambi i casi, la percentuale è molto maggiore della media europea del 17,1% delle persone che vivono in case che non hanno abbastanza stanze rispetto al numero dei componenti. Ai lati della scala troviamo da una parte la Romania, in cui oltre il 46% della popolazione vive in una situazione di sovraffollamento abitativo, seguita da Lettonia e Bulgaria – dove comunque più di quattro persone su dieci vivono in case troppo affollate -, mentre dall’altra Cipro, Irlanda e Malta, dove le percentuali di sovraffollamento variano tra 2,5 e 3,4%. Al contrario, sempre secondo l’Eurostat, in questi tre paesi oltre sette persone su dieci abitano in case sottoccupate. In Italia solo il 14,9% vive in abitazioni troppo grandi rispetto alle esigenze degli inquilini.

 

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