Come procede la campagna vaccinale in Europa
Nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine: i vaccini Pfizer e Moderna sono «altamente efficaci» anche nell’abbassare la carica virale e la durata della malattia tra quanti sono stati infettati nonostante la vaccinazione
di Redazione
Secondo i dati aggiornati ad oggi, lunedì 5 luglio 2021, il 62,7% degli adulti residenti nell’Unione europea ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid, il 45% ha completato il ciclo vaccinale, necessaria inoltre per abbassare il rischio di contrarre la cosiddetta “variante Delta”. Si tratta di quote consistenti di popolazione, sebbene non ancora sufficienti per dichiarare conclusa l’emergenza sanitaria. A fare il punto della situazione è stata la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant.
Uscire dalla pandemia sarà possibile solo attraverso i vaccini, due dei quali – Pfizer-BioNTech e Moderna, che utilizzano la tecnologia a mRna – risultano «altamente efficaci» nel prevenire l’infezione da Sars-CoV-2, dice un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto negli Stati Uniti con il coinvolgimento di 3.957 persone, tra addetti alla sanità, soccorritori e altri lavoratori a contatto con il pubblico. Stando ai risultati della ricerca, entrambi i vaccini sono «altamente efficaci» anche nell’abbassare la carica virale e la durata della malattia tra quanti sono stati infettati nonostante la vaccinazione.
Durante lo studio, durato 17 settimane, in 204 partecipanti, pari al 5% del campione, è stato rilevato la Sars-CoV-2. Tra i positivi, cinque avevano completato il ciclo vaccinale, undici avevano ricevuto una sola dose, il resto (156) nessuna. Il vaccino è risultato efficace al 91% con la vaccinazione completa e all’81% con quella parziale. Tra i positivi completamente o parzialmente vaccinati, la carica media di Rna virale era inferiore del 40% rispetto ai non vaccinati ed è stata rilevata soltanto per una settimana. Più rari i sintomi – tra i parzialmente o completamente vaccinati: soltanto il 25% ha riportato sintomi febbrili contro il 63% registrato tra i non vaccinati – e più breve la loro durata: i vaccinati hanno avuto 6,4 giorni in meno di sintomi totali e hanno trascorso 2,3 giorni di tempo in meno al letto perché malati rispetto a chi non aveva ricevuto il vaccino.