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La nuova strategia di politica monetaria della BCE

Dopo 18 anni cade il dogma sull’obiettivo di inflazione: “da inferiore ma prossimo al 2%” si passa a “simmetrico”

di Redazione

Dopo 18 anni la Banca Centrale Europea ha fatto cadere una formula ormai diventata un dogma: quella relativa all’obiettivo inflazione nell’Eurozona. Attraverso un comunicato stampa diffuso oggi, infatti, l’Eurotower ha fatto sapere che il Consiglio direttivo ha deciso all’unanimità di cambiare strategia di politica monetaria, non puntando più all’obiettivo di un’inflazione “inferiore ma prossima al 2%”, ma ad un’inflazione del 2% “simmetrico” nel medio termine. 

Questo significa che scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo sono ugualmente inopportuni e che quindi bisognerà agire sia in caso di inflazione bassa sia in caso di inflazione al di sopra dell’obiettivo.  Nella nota la BCE spiega infatti che «quando l’economia opera in prossimità del limite inferiore per i tassi di interesse nominali, è necessaria un’azione di politica monetaria particolarmente incisiva o persistente per evitare che le deviazioni negative dall’obiettivo di inflazione si radichino». Ciò sta anche a significare che per un periodo transitorio possa verificarsi un livello di inflazione superiore all’obiettivo. 

«Pur avendo come punto fermo il mandato primario di stabilità dei prezzi della BCE – spiega la presidente della BCE Christine Lagarde in una nota in cui annuncia le decisioni del Consiglio direttivo – , il riesame ci ha consentito di rivedere con spirito critico il nostro pensiero, coinvolgere numerosi interlocutori, riflettere, discutere e raggiungere un terreno di intesa su come adeguare la nostra strategia. La nuova strategia rappresenta una base solida che ci guiderà nella conduzione della politica monetaria negli anni a venire». La nuova strategia prenderà il via con la riunione del 22 luglio 2021 e sarà valutata con cadenza regolare. La prossima valutazione è prevista per il 2025. 

Il board della Banca Centrale Europea ha poi confermato che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) resta la misura più adeguata per la valutazione della stabilità dei prezzi, riconoscendo tuttavia che l’inclusione nell’indice «dei costi relativi alle abitazioni occupate dai proprietari rappresenterebbe meglio l’inflazione rilevante per le famiglie e che tale processo di inclusione è un progetto pluriennale».   Oltre ciò la BCE ha anche deciso di adeguarsi alle conseguenze che il cambiamento climatico può avere sulla stabilità dei prezzi. 

 

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