Donne e giovani i più penalizzati nel mercato del lavoro
La flessione dell’occupazione osservata ad agosto riguarda in misura più accentuata le donne e coinvolge i dipendenti soprattutto a termine
di Redazione
I dati Istat relativi all’andamento del mercato del lavoro ad agosto mettono in risalto ancora una volta come la componente femminile sia la più penalizzata dalle dinamiche negative. Spiega infatti l’Istituto nazionale di statistica che la flessione dell’occupazione registrata nel mese di riferimento (-0,3%, pari a -80 mila unità) riguarda in misura più accentuata le donne e coinvolge dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età.
Infatti, se il numero degli occupati uomini in un mese cala di 11 mila unità, per le donne si registra una diminuzione di 68 mila a fronte di una diminuzione dei disoccupati e un lieve aumento delle disoccupate. Meno accentuata la differenza tra le due componenti in termini tendenziali. Se gli occupati maschi sono +96 mila, le occupate sono +67 mila.
Una spiegazione a tale dinamica può essere ricercata nella tipologia contrattuale, che tra i dipendenti vede calare soprattutto i contratti a termine (-67 mila contro -13 mila permanenti), spesso concentrati soprattutto tra le donne e i più giovani. Le maggiori flessioni congiunturali, non a caso, per quanto riguarda gli occupati, si osservano nelle fasce di età 25-34 anni e 35-49 anni. In quest’ultima fascia si registra una variazione tendenziale negativa di 134 mila unità.