L’economia che riparte, lo scenario internazionale
La ripresa appare eterogenea tra aree e paesi, tuttavia la crescita dell’economia mondiale ha superato i valori antecedenti la pandemia da Covid-19
di Redazione
Lo scenario internazionale, stando a quanto emerge dalla consueta nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana nel quadro di riferimento globale, continua a essere caratterizzato da una ripresa economica eterogenea tra aree e paesi. Secondo le stime dell’OCSE, il Pil mondiale aumenterà del 5,7% quest’anno e del 4,5% nel 2022, sostenuto dall’intonazione ancora espansiva delle politiche economiche.
La crescita dell’economia mondiale, osserva dunque l’Istat, ha superato i valori antecedenti la pandemia da Covid-19 e, in molti paesi, l’inflazione sta accelerando trainata dal significativo aumento dei listini dei prodotti energetici. La dinamica dei prezzi è stata particolarmente accentuata negli Stati Uniti dove il processo di normalizzazione della politica monetaria potrebbe iniziare già da novembre, ma anche nell’area euro l’inflazione è salita. L’accelerazione è stata marcata in Germania, in parte per effetto del confronto statistico con i dati della seconda parte del 2020, caratterizzati da una riduzione temporanea delle aliquote Iva. L’industria mondiale continua a risentire di alcune strozzature nella fornitura di prodotti intermedi che portano a crescenti difficoltà nell’organizzazione dei processi produttivi nelle catene globali del valore. Il commercio internazionale di merci in volume, a luglio, ha segnato una flessione congiunturale dello 0,9% (+0,7% a giugno) dovuta principalmente al calo degli scambi della Cina.
Cina
Il PMI sui nuovi ordinativi all’export continua a suggerire, tuttavia, una possibile ripresa della domanda globale nei prossimi mesi. L’attività economica cinese sta mostrando progressivi segnali di raffreddamento: ad agosto, le vendite al dettaglio hanno subito una brusca frenata (-2,5% la variazione tendenziale, +8,5% a luglio) che si è accompagnata al rallentamento della produzione industriale (+5,3% da +6,4%). Le prospettive per l’economia restano incerte. A settembre, il PMI per l’attività manifatturiera ha subìto un’inattesa flessione, scendendo sotto la soglia di 50, mentre l’indice per il settore servizi ha segnato un deciso miglioramento (a 53,2 da 47,5).
Stati Uniti
Per gli Stati Uniti, le stime diffuse dall’OCSE indicano il proseguimento di una fase di ripresa robusta dei ritmi produttivi (+6,0% nel 2021 e +3,9% nel 2022). Ad agosto, la produzione industriale è aumentata dello 0,4% in termini congiunturali (+0,8% a luglio) e le vendite al dettaglio dello 0,7%, risentendo dell’atteso calo delle vendite di auto (-3,6% m/m) che segue l’incremento del 10,7% osservato a luglio.
Eurozona
Secondo il quadro previsivo recentemente diffuso dall’OCSE, la dinamica del Pil dell’area euro dovrebbe assumere intensità simile a quella dell’economia statunitense (+5,3% e +4,6% nel 2021 e 2022). Nei mesi più recenti, la ripresa dei ritmi produttivi si è accompagnata a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione ad agosto è sceso a 7,5%), ma anche a un’accelerazione tendenziale dei prezzi (a settembre +3,4% da +3% di agosto), che ha toccato il massimo da novembre 2011. Dal lato dell’offerta, a luglio la produzione industriale è salita (+1,5% in termini congiunturali) riportando l’indice sui livelli pre-crisi. Le prospettive per l’area restano favorevoli. L’indice composito di fiducia economica della Commissione europea, Economic sentiment indicator (ESI), a settembre è cresciuto marginalmente, sintetizzando un miglioramento della fiducia nelle costruzioni e tra i consumatori e un peggioramento nei servizi e nel commercio al dettaglio. La fiducia delle imprese nell’industria è rimasta stabile. A livello nazionale, la fiducia è migliorata in Spagna e Germania ed è peggiorata in Francia e Italia.