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Con la pandemia l’immigrazione è diminuita

Le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a 247.526 nel 2020 (-25,6% rispetto al 2019) con la componente dovuta agli ingressi di cittadini stranieri che si attesta a 192mila unità(-27,5%). I dati Istat

La dinamica dei flussi migratori con l’estero è stata sensibilmente condizionata dal dispiegarsi della pandemia sia direttamente, per l’impatto delle chiusure e riaperture delle frontiere, sia verosimilmente per la rimodulazione dei progetti migratori in una fase caratterizzata da incertezza. Così l’Istat nell’indagine sulle Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche.

Le iscrizioni anagrafiche dall’estero ammontano a 247.526 nel 2020 (-25,6% rispetto al 2019); la componente dovuta agli ingressi di cittadini stranieri è pari a 192mila (-27,5%), quella dovuta ai rimpatri ammonta a 56mila (-18,2%). A livello nazionale il tasso di immigratorietà totale è pari a quattro immigrati per 1.000 residenti (-1,4 punti per 1.000 rispetto all’anno precedente).

Il calo già delineato nel 2019, soprattutto per la componente straniera, si riflette moderatamente anche nei mesi precedenti l’emergenza sanitaria. Aumentano di poco solo le immigrazioni provenienti dai paesi Ue (+1,8% rispetto al 2019) mentre diminuiscono i flussi dagli altri paesi europei (-4%), dall’Africa (-6,8%), dall’Asia (-7,6%) e da America e Oceania (-9,3%).

Durante la prima ondata pandemica (marzo-maggio 2020), si riducono molto, rispetto al 2019, le immigrazioni da tutte le aree di origine: -54% dai paesi europei, -73% dai paesi asiatici e oltre il 70% in meno dall’Africa e da America e Oceania. Nella fase di transizione (giugno-settembre 2020) l’allentamento delle misure restrittive produce una variazione positiva solo per le iscrizioni anagrafiche provenienti dai paesi Ue (+20% rispetto al 2019), mentre continuano a essere di segno negativo quelle dai paesi europei extra Ue (-14,1%), dall’Africa (-18%), dall’Asia (-26,4%) e dall’America e Oceania (-41%).


Le nuove misure restrittive messe in atto per fronteggiare la seconda ondata (ottobre-dicembre 2020) non sembrano procurare ulteriori riduzioni ai trasferimenti dall’estero. In questa fase, terminata soltanto nei primi mesi del 2021, le immigrazioni subiscono un calo meno drastico (-13,8%) rispetto alla prima ondata, si registra invece una variazione positiva per le iscrizioni provenienti dai paesi Ue (+17,8%); in forte flessione le immigrazioni provenienti dagli altri paesi europei (-24,7%), da America e Oceania (-39,5%); più contenute quelle provenienti dai paesi asiatici e africani (rispettivamente, -18% e -11%).

(fonte: Istat)

 

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