Temi etici: così gli italiani su eutanasia e testamento biologico
Sette su dieci si dicono a favore dell’eutanasia. Ieri la Corte costituzionale ha dichiarato l’inammissibilità del quesito referendario
di Redazione
La Corte costituzionale ha dichiarato ieri, martedì 15 febbraio, il referendum sull’eutanasia – “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)” – inammissibile. «In attesa del deposito della sentenza – si legge nel comunicato –, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni». Giovedì pomeriggio, intanto, riprenderà l’esame della proposta di legge sul fine vita alla Camera. Ma al netto delle posizioni politiche sul tema, già da diversi anni motivo di dibattito (i promotori del quesito referendario avevano raccolto 1,2 milioni di firme), quali sono le opinioni degli italiani?
Sull’argomento, di recente, l’Eurispes, tra gli altri, aveva sondato i pareri dei cittadini. Dal Rapporto Italia 2021, emerge che sette italiani su dieci (70,4%) si dichiarano a favore dell’eutanasia, registrando però una perdita di quasi cinque punti percentuali rispetto al 2020 quando la quota dei favorevoli si attestava al 75,2%. Nonostante la diminuzione, però, il risultato mostra un’importante ascesa dei consensi rispetto a qualche anno fa (55,2% di favorevoli nel 2015).
Sempre nel 2021 si dicevano a favore del testamento biologico, invece, il 71,5% dei cittadini contro il 73,8% del 2020.
Di segno opposto le considerazioni riguardo il suicidio assistito – cioè l’aiuto indiretto a morire da parte di un medico –: in questo caso il tema raccoglie la maggior parte di indicazioni contrarie, il 57,6%, mentre nel 2020 erano il 54,6%. Ad ogni modo la quota dei contrari risulta in calo, considerando che nel 2016 – ricorda infine l’Eurispes – arrivava al 70%.