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Amministrative 2022: i risultati nelle principali città al voto

Si è votato in circa 900 comuni italiani. Palermo, Genova e L’Aquila al centrodestra. Ballottaggi a Verona, Parma e Catanzaro. Al voto anche per il referendum sulla giustizia, ma il quorum non è stato raggiunto

di Redazione

Palermo, Genova e L’Aquila al centrodestra. Ballottaggi a Verona, Parma e Catanzaro. Questi sono i risultati delle elezioni amministrative nelle principali città italiane che dovevano rinnovare le amministrazioni locali. Complessivamente si è votato in circa 900 comuni.

Le urne sono state aperte ieri, domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23. Ha votato il 54,72% degli aventi diritto, secondo i i dati riferiti dal ministero dell’Interno e relativi a 818 comuni. Dal computo mancano quelli dei comuni del Friuli-Venezia Giulia e della Sicilia. Nel dettaglio, a Catanzaro ha votato il 65,9% degli elettori, a Genova il 44,14%, a L’Aquila il 64,5% e a Verona il 54,35%. A Palermo, invece, il 41,87%.

A Palermo, dove per vincere era sufficiente conquistare almeno il 40% delle preferenze, Roberto Lagalla, il candidato sostenuto dal centrodestra, ha vinto al primo turno. Franco Miceli (centrosinistra) non ha raggiunto il 30%. Vittoria per il centrodestra anche a Genova con Marco Bucci e a L’Aquila con Pierluigi Biondi: entrambi sindaci uscenti hanno superato la soglia del 50% necessaria per vincere, evitando il ballottaggio.

Andranno al ballottaggio invece Verona, Parma e Catanzaro. Nella città emiliana, pur staccando di molto Pietro Vignali (centrodestra), che ha superato di poco il 20%, il candidato del centrosinistra, Michele Guerra, si è fermato attorno al 45%.

A Catanzaro, Valerio Donato (Forza Italia-Lega) in testa con circa il 45%. A seguire Nicola Fiorita (Partito democratico-Movimento 5 stelle) con poco più del 30%.

A Verona, Damiano Tommasi, ex calciatore alla sua prima esperienza in politica, ha sfiorato il 40% mentre Federico Sboarina (Lega, Fratelli d’Italia) e Flavio Tosi, ex sindaco leghista che si è presentato da indipendente ed è sostenuto da Forza Italia, hanno raccolto il resto delle preferenze, con il primo il leggero vantaggio sul secondo con circa il 30% dei voti.

Domenica, gli italiani sono stati chiamati anche ad esprimersi sul referendum sulla giustizia, promosso da Radicali e Lega. Cinque i quesiti referendari. Il quorum, fissato al 50% più uno, non è stato raggiunto: secondo i dati del ministero dell’Interno, aggiornati alle ore 23, l’affluenza definitiva si è fermata al 20,9%.

– n.1 ABOLIZIONE LEGGE SEVERINO affluenza definitiva 20,95%: sì (53,97%), no (46,03%).

– n.2 LIMITAZIONE CUSTODIA CAUTELARE affluenza definitiva 20,95%: sì (56,12%), no (43,88%)

– n.3 SEPARAZIONE CARRIERE MAGISTRATI affluenza definitiva 20,93%: sì (74,01%), no (25,99%)

– n.4 VALUTAZIONE SU OPERATO MAGISTRATI affluenza definitiva 20,92%: sì (71,94%), no (28,06%)

– N.5 ABOLIZIONE RACCOLTA FIRME ELEZIONI CSM affluenza definitiva 20,92%: sì (72,52%), no (27,48%)

 

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