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L’economia cinese tra luci e ombre

Surplus commerciale da record, ma frenano le vendite al dettaglio. Sul PIL le stime ufficiali indicano un +5,5%, mentre gli organismi internazionali prevedono una crescita poco superiore al 4%

di Redazione

A giugno le esportazioni cinesi sono crescite in misura maggiore rispetto alle importazioni, comportando un aumento record del surplus commerciale. Secondo i dati diffusi dall’ufficio delle Dogane di Pechino, infatti, lo scorso mese le vendite verso l’estero sono salite del 17,9%, accelerando rispetto ai mese precedente e realizzando il miglior risultato degli ultimi cinque mesi. Al contrario l’import ha subito una forte decelerazione, passando dal 4,10% di maggio al +1%, a fronte del +3,9% stimato in precedenza. Di conseguenza il surplus commerciale è lievitato, arrivando a sfiorare i 100 miliardi di dollari: 97,94, dai 78,76 miliardi di maggio.

Nonostante non manchino i fattori di incertezza, legati soprattutto alla pandemia che negli ultimi mesi ha portato le autorità a istituire lockdown in diverse città del Paese, gli ultimi dati macroeconomici sulla Cina mostrano un paese tutto sommato in salute, con le stime ufficiali anche più ottimiste di quelle degli organismi internazionali.

Per esempio, mentre il Fondo Monetario Internazionale prevede un aumento medio del Prodotto Interno Lordo cinese del 4,75% nel biennio 2022-2023, Fitch un +4,3% e S&P’s un +4,2%, le stime di Pechino indicano un +5,5%, rivisto comunque al ribasso rispetto all’oltre +6% delle previsioni diffuse in precedenza a causa della contrazione della domanda, al peggioramento delle aspettative e alle difficoltà riscontrate nella supply chain. Gli ultimi dati reali disponibili indicano invece una crescita economica del 4,8% nel primo trimestre, contro il +4,4% delle attese.

Guardando altri dati macroeconomici il rallentamento cinese appare comunque evidente: ad aprile la produzione industriale ha registrato un calo tendenziale del 2,9%, dopo il +5% del mese precedente, mentre le vendite al dettaglio sono crollare dell’11% annuo, frenate anche dall’elevato indebitamento delle famiglie. In miglioramento il PMI manifatturiero, calcolato dall’Ufficio di statistica centrale, passato da 49,6 punti a 50,2 a giugno, riportando la prima crescita dell’attività economica degli ultimi sei mesi. Bene anche il PMI dei servizi, salito a 54,7 punti dai 47,8 di maggio: il miglior risultato dal maggio dello scorso anno.

 

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