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Eurozona: ad agosto attività delle imprese in calo

In diminuzione anche i nuovi ordini. In Germania i risparmi accumulati in pandemia sono stati erosi (anche) dall’inflazione

di Redazione

Ad agosto 2022, l’attività delle imprese nell’Eurozona ha rallentato per la seconda volta consecutiva, dopo un periodo di crescita durato 16 mesi. In diminuzione anche i nuovi ordini. Secondo la lettura flash, l’Indice destagionalizzato S&P Global PMI Composito della Produzione dell’Eurozona è sceso a 49,2 punti in agosto, dal 49,9 di luglio. Il calo complessivo della produzione è stato trainato dalla performance negativa del settore manifatturiero con l’indice Pmi, da 49,8 a 49,7, ai minimi da 26 mesi, mentre l’indice Pmi servizi è passato a 50,2 da 51,2, il valore più basso da 17 mesi. 

Il calo della produzione ha coinvolto diversi settori. L’elenco è piuttosto lungo e comprende il comparto automobilistico, quello turistico e immobiliare. «Le pressioni sul costo della vita fanno sì che la ripresa del settore dei servizi, dopo l’abolizione delle restrizioni per la pandemia, si sia affievolita, mentre l’industria manifatturiera è rimasta impantanata nella contrazione ad agosto, con un altro accumulo record di scorte di prodotti finiti, poiché le imprese non sono state in grado di liberarsi dei prodotti in un contesto di calo della domanda», il commento di Andrew Harker, economics director di S&P Global Market Intelligence, secondo il quale «questo accumulo di scorte suggerisce che non ci sono molte prospettive di miglioramento della produzione manifatturiera nell’immediato futuro. Il resto del 2022 si prospetta quindi come un periodo di difficoltà per le imprese dell’Eurozona». 

In generale, comunque, l’inflazione resta lo “spauracchio” principale dell’attuale contesto economico. Nell’area dell’euro, l’indice è salito dall’8,6% di giugno all’8,9% di luglio. In Germania, stando a quanto sostenuto dall’IFO Insitute, i risparmi accumulati dai tedeschi durante la pandemia (circa 70 miliardi di euro) sono stati erosi «quasi completamente entro la fine del primo trimestre del 2022», anche a causa dell’inflazione. L’IFO sottolinea che «i prezzi al consumo continueranno a salire bruscamente» e ieri la Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha annunciato che l’inflazione potrebbe schizzare al 10%. «Questo significa che i consumi privati non riusciranno a trainare l’economia tedesca per il resto dell’anno», la conclusione dell’IFO.

 

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