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Così il settore non profit in Italia

Tra il 2019 e il 2020 le istituzioni non profit crescono dello 0,2% (meno del periodo 2018-2019) e impiegano 870.183 dipendenti (+1%)

di Redazione

Al 31 dicembre 2020 le istituzioni non profit attive in Italia sono 363.499 e, complessivamente, impiegano 870.183 dipendenti. Tra il 2019 e il 2020 le istituzioni non profit crescono dello 0,2%, meno di quanto rilevato tra il 2018 e il 2019 (+0,9%) mentre l’incremento dei dipendenti si mantiene intorno all’1% in entrambi gli anni. Nel 2020, le istituzioni crescono più al Sud (1,7%) e nelle Isole (+0,6%), sono stabili al Centro e nel Nord-ovest, in diminuzione al Nord-est (-0,5%). Le regioni che presentano gli incrementi maggiori sono la Campania (+4,5%), la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (+1,8%), la Puglia e la Valle d’Aosta (+1,6%), l’Umbria (+1,2%), mentre quelle con maggiori variazioni negative sono Abruzzo (-1,7%), Veneto ed Emilia-Romagna (-0,9%), Toscana (-0,6%) e Marche (-0,5%). È quanto emerge dal report Istat Struttura e profili del settore non profit.

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Nel 2020, l’85,7% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti, il 5,9% ne impiega fino a 3 e il 4,7% tra 3 e 9 mentre la quota di istituzioni con almeno 10 dipendenti è pari al 3,7%. Quest’ultime, oltre ad impiegare l’86,6% dei dipendenti, sono quelle in cui il personale dipendente è cresciuto in misura maggiore (+1,3%) rispetto all’anno precedente. I dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit aumentano di più nelle Isole (+5,1%), al Centro (+2,7%) e al Sud (+2,1%), diversamente dal Nord-ovest che prensenta una variazione negativa (-1%). In particolare, osserva l’Istat, l’incremento dei dipendenti è più sostenuto in Sicilia (+8,4%), Valle d’Aosta (+7,8%) e Friuli Venezia Giulia (+3,8), Lazio (+3,6%), provincia autonoma di Trento (+3,4%) e Campania (+3,3%). Si osserva una diminuzione del personale dipendente in Piemonte (-2,5%), Basilicata (-1,4%), Emilia-Romagna (-0,9%) e Liguria (-0,8%)

Nello stesso anno di riferimento, come nei due precedenti, diminuisce il numero di cooperative sociali attive in Italia (-3,3%). Si riducono anche le istituzioni non profit con altra forma (-1,6%) contrariamente alle fondazioni (+2,9%) e alle associazioni (+0,5%). L’associazione, infatti, resta la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,2%), seguono quelle con altra forma giuridica (8,4%), le cooperative sociali (4,1%) e le fondazioni (2,3%). I dipendenti aumentano tra le associazioni (+4,3%), le fondazioni (+2,9%) e le cooperative sociali (+1,0%) mentre diminuiscono nelle istituzioni non profit con altra forma (-4,5%). La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica permane piuttosto eterogenea, con il 52,9% impiegato dalle cooperative sociali e quote che si attestano al 19,6% nelle associazioni e al 15,3% nelle istituzioni non profit con altra forma giuridica. 

Nel 2020 – spiega l’Istat – la normativa fiscale non prevede l’assoggettamento al regime IVA di molte istituzioni non profit che svolgono unicamente l’attività istituzionale. Tuttavia, per l’anno di imposta 2020, circa un quarto delle istituzioni presenta la dichiarazione IVA. Si tratta di quelle più rilevanti dal punto di vista economico, che impiegano oltre l’85% dei

dipendenti. Rispetto al 2019, il fatturato è diminuito di oltre il 20% per più della metà delle istituzioni non profit assoggettate al regime IVA. Le misure dovute al contenimento della pandemia da Covid-19 sono tra i fattori che influenzano la dinamica per settore di attività: la diminuzione del fatturato è superiore al 20% nei settori dell’istruzione e ricerca (63,8%), delle attività culturali e artistiche (62,5%), di quelle ricreative e di socializzazione (61,7%), e delle attività sportive (58,5%). Al contrario, rispetto al 2019, il fatturato è in aumento nei settori della sanità (42,3%), dello sviluppo economico e coesione sociale (39,9%) e dell’assistenza sociale e protezione civile (37,7%).

Le istituzioni non profit del Sud sono state costituite più di recente rispetto a quelle operanti nelle altre ripartizioni geografiche. La metà delle istituzioni non profit al Sud è stata costituita a partire dal 2010, nel Nord-est e nel Nord-ovest rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Pertanto, aggiunge l’Istat, la dinamica tra nuove istituzioni non profit e quelle cessate o inattive è stata maggiore nel Mezzogiorno dove nel corso del tempo è aumentato il peso di quelle costituite più di recente.

 

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