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Lavoro: nel terzo trimestre +247 mila occupati in termini tendenziali

Ma diminuiscono rispetto al secondo trimestre 2022, in calo anche il numero dei disoccupati. Input di lavoro in aumento del 2,7% rispetto al terzo trimestre 2021

di Redazione

L’aumento dell’occupazione fa segnare nel terzo trimestre 2022 +247 mila unità in termini tendenziali. Anche se gli occupati, sempre nel terzo trimestre 2022, sono 12 mila in meno rispetto al secondo (-0,1%), a seguito della diminuzione dei dipendenti a termine (-59 mila, -1,9% in tre mesi) non compensata dall’aumento di quelli a tempo indeterminato (+34 mila, +0,2%) e degli indipendenti (+12 mila, +0,2%). Così l’Istat nel report sul mercato del lavoro. Diminuisce anche il numero di disoccupati (-52 mila, -2,6% in tre mesi), rileva l’Istat, mentre quello degli inattivi di 15-64 anni è in leggera crescita (+30 mila, +0,2%). I tassi presentano una dinamica simile: il tasso di occupazione è stabile al 60,2%, quello di disoccupazione è in calo (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni aumenta lievemente (0,1 punti). I dati provvisori del mese di ottobre 2022 segnalano, rispetto al mese precedente, un aumento del numero di occupati (+82 mila, +0,4%) e del tasso di occupazione (+0,2 punti), un ulteriore calo dei disoccupati (-8 mila, -0,4%), degli inattivi (-62 mila, -0,5%), e dei relativi tassi (-0,1 e -0,2 punti, rispettivamente).

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In termini tendenziali, si diceva all’inizio, l’aumento dell’occupazione (+247 mila unità, +1,1% in un anno) coinvolge sia i dipendenti – a tempo indeterminato (+158 mila, +1,1%) e a termine (+23 mila, +0,7%) – sia gli indipendenti (+66 mila, +1,4%); prosegue il calo del numero di disoccupati (-284 mila in un anno, -12,9%) e di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-254 mila, -1,9% in un anno). La dinamica dei livelli si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,1 punti rispetto al terzo trimestre 2021) associata alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-1,1 e -0,4 punti, rispettivamente).

Nel terzo trimestre 2022, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente ed è aumentato del 2,7% rispetto al terzo trimestre 2021; nello stesso periodo il Pil è cresciuto dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,6% in termini tendenziali.

Le posizioni lavorative dipendenti nel terzo trimestre 2022, osserva ancora l’Istat, aumentano dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, con una crescita lievemente superiore per la componente a tempo pieno (+0,6%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,3%). In termini tendenziali prosegue la crescita delle posizioni dipendenti, che si attesta al 3,8%, seppure con una dinamica rallentata rispetto al trimestre precedente; anche in questo caso la crescita della componente full time (+4,5%) è più marcata di quella part time (+2,1%). Le ore lavorate per dipendente diminuiscono in termini congiunturali (-0,4%) e rallentano la crescita in termini tendenziali (+1,9%); contestualmente prosegue la riduzione del ricorso alla cassa integrazione (6,7 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti, stabile rispetto al trimestre precedente, aumenta di 0,1 punti rispetto al terzo trimestre 2021. Anche il costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) rimane invariato rispetto al trimestre precedente, per effetto di una lieve crescita delle retribuzioni (+0,1%) e di una diminuzione, di pari intensità, degli oneri sociali (-0,1%); su base annua il costo del lavoro cresce dello 0,2%, grazie all’aumento della componente retributiva (+0,3%) più forte della riduzione degli oneri sociali (-0,2%).

 

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