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Stati Uniti: elettori americani divisi su tutto, ma non sull’economia

Nonostante la crescita dell’occupazione e i segnali di allentamento dell’inflazione, i cittadini statunitensi esprimono pareri negativi sulle condizioni economiche del paese. Nella notte il discorso sullo Stato dell’Unione di Biden

di Redazione

Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato davanti al Congresso la notte (ora italiana) tra martedì 7 e mercoledì 8 febbraio 2023, il presidente americano Joe Biden ha rimarcato soprattutto i recenti progressi in ambito economico e relativi al mercato del lavoro – pure a fronte di variabili avverse quali l’impennata dell’inflazione (ora in lieve miglioramento) o il costo delle materie prime –, esortando i repubblicani – che dopo le elezioni di metà mandato di novembre 2022 hanno assunto il controllo della Camera (ma non al Senato) – ad una maggiore collaborazione sui punti comuni. Diverse questioni politiche, che vanno al di là del Congresso diviso, inducono a pensare che difficilmente assisteremo ad un sostegno bipartisan rispetto alle iniziative dell’amministrazione Biden, in vista, oltretutto, di quello che potrebbe essere l’ormai imminente annuncio di ricandidatura alle elezioni 2024. Ma le divisioni si riflettono anche a livello di società, come suggeriscono alcuni recenti studi del Pew Research Center.

Foto di Aditya Vyas su Unsplash

Più di sei elettori repubblicani (e tendenzialmente vicini al GOP) su dieci affermano che gli esponenti del partito al Congresso dovrebbero opporsi a Biden anche su questioni che gli stessi elettori potrebbero ritenere importanti per loro. Chi la vede in maniera contraria – il 34% – dichiara che preferirebbe vedere i propri rappresentanti lavorare con il presidente, anche se ciò dovesse richiedere concessioni in prospettiva deludenti per gli elettori repubblicani. Non solo: tra i repubblicani c’è un 56% che si dichiara preoccupato della possibilità che il partito non si concentri abbastanza sulle indagini riguardanti Biden e la gestione dei documenti riservati, risalenti al periodo della vicepresidenza durante l’amministrazione Obama e ritrovati nelle scorse settimane nella sua casa nel Delaware e in altri uffici. Nel sondaggio del Pew Research Center diffuso alla fine di gennaio emerge inoltre che i democratici, nel 58% dei casi, auspicherebbero uno sforzo di Biden in direzione di una collaborazione con i repubblicani (è contrario a tale scenario il 41%).

In un sondaggio più recente, stavolta diffuso il 6 febbraio, l’istituto americano osserva come l’economia resti il tema più urgente da affrontare per i cittadini statunitensi. Ciò è vero più o meno per tutti i segmenti demografici e al di là delle vicinanze politiche espresse. In generale, infatti, il 75% degli americani sostiene il rafforzamento dell’economia quale priorità assoluta da affrontare nell’anno. Ciò avviene, spiega il Pew Research Center, perché nonostante i risultati ottenuti dall’amministrazione Biden – dalla costante crescita dell’occupazione ai segnali di allentamento dell’inflazione –, gli americani continuano a esprimere opinioni negative sulle condizioni economiche del paese. Appena il 21% degli intervistati ritiene le condizioni economiche eccellenti o buone, in lieve aumento da ottobre quando a rispondere così era il 17%.

Gli occhi, intanto, cominciano ad essere puntati al 2024 quando nel mese di novembre si terranno le presidenziali. Tuttavia, in un quadro politico verosimile, in pochi apprezzerebbero una riedizione del 2020, cioè ad una sfida tra Joe Biden e Donald Trump. Nello specifico, secondo un sondaggio Washington Post-Abc il 58% degli elettori dem preferirebbe un altro candidato a Biden per il 2024, mentre tra i repubblicani un’alternativa a Trump sarebbe gradita da circa metà degli intervistati. Nel complesso il senso di insoddisfazione per la vittoria dell’uno o dell’altro si manifesterebbe in modo diffuso per entrambi i contendenti alla Casa Bianca. 

 

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