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Rapporto Bes 2023, così il quadro del benessere economico

L’Istat rileva un miglioramento rispetto all’anno precedente. Unica eccezione l’indicatore di povertà assoluta, che resta sostanzialmente stabile tra il 2022 e il 2023

di Redazione

Quella registrata dall’Istat è una tendenza prevalentemente positiva, tranne alcuni indicatori soprattutto nei domini Ambiente e Sicurezza. Gli indicatori relativi al dominio Benessere economico presentano in larga parte un miglioramento rispetto all’anno precedente e, in alcuni casi, anche rispetto al 2019. Unica eccezione l’indicatore di povertà assoluta, che resta sostanzialmente stabile tra il 2022 e il 2023 – per effetto della dinamica inflattiva che ha determinato una perdita del potere d’acquisto delle famiglie –, ma peggiora rispetto alla situazione pre-pandemia. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto BES 2023 sul benessere equo e sostenibile in Italia dell’Istat.

Foto di Chloe Evans su Unsplash

Nel 2021, osserva l’Istat, si è registrato un incremento del reddito medio delle famiglie italiane che ha raggiunto i 33.798 euro, segnando un aumento sia nominale (+3%) che reale (+1%). Parallelamente, l’indice di disuguaglianza del reddito netto ha mostrato un miglioramento, scendendo a 5,6 rispetto a 5,9 del 2020 e a 5,7 del 2019. Senza l’intervento di misure di sostegno alle famiglie, come i trasferimenti emergenziali e il reddito di cittadinanza, l’indice di disuguaglianza avrebbe raggiunto 6,4, un valore superiore a quello osservato. La percentuale della popolazione a rischio di povertà è rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai tre anni precedenti, attestandosi al 20,1% nel 2022.

Con la ripresa economica, prosegue l’Istituto nazionale di statistica, si è verificata una significativa riduzione della popolazione in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale (4,5% nel 2022 rispetto al 5,9% del 2021), di quella che vive in famiglie a bassa intensità di lavoro (9,8% nel 2022 rispetto al 10,8% del 2021) e di quella in condizioni di grave deprivazione abitativa (5,2% nel 2022 rispetto al 5,9% del 2021 e al 5% nel 2019). Anche l’indicatore di sovraccarico del costo dell’abitazione è diminuito, rappresentando un peso insostenibile per il 6,6% della popolazione nel 2022, rispetto al 7,2% del 2021 e del 2020 e all’8,7% del 2019.

La ripresa economica, poi, ha avuto un impatto significativo anche sulla percezione delle famiglie della propria condizione economica, invertendo il trend negativo registrato dall’inizio della pandemia. Nel 2023, la percentuale di coloro che ritenevano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente è scesa al 33,9%, dopo essere salita al 35,1% nel 2022, un livello mai raggiunto prima. Anche la percentuale di persone che dichiaravano di arrivare a fine mese con grande difficoltà è diminuita, passando dal 9,1% nel 2021 al 6,9% nel 2022.

Infine, osserva l’Istat, la povertà assoluta, secondo una serie storica ricostruita con una nuova metodologia di stima, ha mostrato un aumento dell’incidenza individuale dal 2019 al 2023. Nel 2019, l’incidenza era scesa al 7,6% con l’introduzione del Reddito di cittadinanza, un trasferimento monetario non indicizzato all’inflazione come le altre prestazioni socio-assistenziali. Tuttavia, nel 2020, l’incidenza è tornata a crescere, raggiungendo il 9,1% e rimanendo stabile nel 2021. Nel 2022, l’incidenza è aumentata ulteriormente al 9,7%, principalmente a causa della forte accelerazione dell’inflazione, che ha colpito soprattutto le famiglie meno abbienti, e si è mantenuta sostanzialmente stabile con il 9,8% nel 2023.

 

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